Domenica 25 settembre si vota per il Senato e la Camera: tutto quello che c'è da sapere e le istruzioni per l'uso
Vi offriamo qui una serie di “Istruzioni per l'uso” di questo diritto democratico fondamentale.
IL SISTEMA ELETTORALE. E' il cosiddetto “Rosatellum”, dal cognome di chi lo ha proposto, l’allora capogruppo del Partito Democratico Ettore Rosato e da un latinismo introdotto dal politologo Giovanni Sartori, che aveva ribattezzato “Mattarellum” la precedente disciplina elettorale approvata nel 1993. Come il precedente, anche il “Rosatellum” si basa su un sistema elettorale misto con due componenti: una componente maggioritaria uninominale e una proporzionale plurinominale. Vediamo come funziona. Il 37% dei voti si esprime attraverso il metodo del cosiddetto uninominale maggioritario; il 61% col proporzionale; il 2% coi voti degli italiani all'estero (8 alla Camera; 4 al Senato). Con l'uninominale maggioritario si elegge circa 1/3 del futuro Parlamento: 147 seggi alla Camera e 74 seggi al Senato, assegnati in collegi uninominali in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Tipico dei Paesi anglosassoni, tende a favorire le forze politiche maggiori, ma anche i gruppi politici fortemente radicati in determinati territori e non tiene conto del totale dei voti realmente ottenuto sul territorio nazionale, ma solo di quello ottenuto nei rispettivi collegi elettorali. In questo caso, si può avere la maggioranza totale dei voti, ma nessun eletto. Per esempio, un partito che risulti secondo in ogni collegio, per un totale nazionale di 10 milioni di voti, non ottiene alcun eletto, mentre quello che arriva primo in alcuni collegi e ultimo in altri con un totale nazionale, poniamo, di 8 milioni di voti avrà i propri rappresentanti ottenuti nei collegi dove ha vinto. Sono quindi favorite, nell'uninominale maggioritario, le coalizioni più forti, che, sulla carta, possono cioè far riferimento a un maggior serbatoio di voti. Con una maggioranza risicata si possono ottenere molti più parlamentari. I restanti seggi, circa i 2/3 del totale (245 per la Camera; 122 per il Senato) sono assegnati in collegi con più nomi in lista (plurinominali) e con metodo proporzionale tra liste singole o alleate in coalizioni che abbiano superato una soglia di sbarramento (vediamo in seguito in cosa consiste). I seggi sono assegnati ai partiti nei collegi plurinominali, in proporzione ai voti ottenuti in quei collegi e si eleggono, diversamente dall' uninominale, più rappresentanti. E' un metodo che tiene in maggior conto il numero dei voti espressi, ma rischia una forte frammentazione parlamentare, con riflessi negativi per la cosiddetta “governabilità".
CAMERA E SENATO: Si eleggono in tutto, 400 Deputati e 200 senatori, compresi gli 8 Deputati e i 4 Senatori eletti dagli italiani residenti all'estero. Una volta determinato il numero dei seggi ottenuto da ciascuna lista in ciascun collegio, i candidati sono proclamati secondo l'ordine di presentazione stabilito dalla lista. Si tratta, quindi di liste bloccate: non c'è la possibilità di dare preferenze. (1- segue)