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    Dolcetto o scherzetto? Quante sorprese prima di Halloween

    Dolcetto o scherzetto? Quante sorprese prima di Halloween

    • Gianfranco Accio
    Il campionato ci ha offerto, al decimo turno, un'anticipazione di Halloween in formato calcistico. Dolcetto o scherzetto? Basti pensare all'inverosimile rimonta del Cagliari che, sotto di tre reti ad opera del Frosinone, rispolvera l'inossidabile, quasi 35enne, Pavoletti, per passare da uno zero a tre, passivo casalingo, assolutamente presagio di un nebuloso avvenire, ad un quattro a tre, quasi diabolico, restando sulla metafora di fine ottobre. Insomma scherzetto o dolcetto (per i sardi) in sintonia con il rocambolesco finale. 

    Anche la squadra di Pioli, nel "rovente Maradona" evidenzia, nella prima parte della gara, una capacità dinamica ed un profilo balistico di prim'ordine grazie a Giroud, che porta il Milan a un passo dal prestigioso successo esterno.  Anche qui in chiave dolcetto o scherzetto, la storia della tenebrosa festa autunnale si ripete. Infatti, con Politano prima e con Raspadori, poco dopo, su splendida punizione, arriva il pareggio che non ti aspetti. Pareggio che contribuisce al salvataggio dal probabile esonero di Garcia. Questa, per sommi capi la sintesi più inebriante di due gare che ci proiettano verso un campionato dalle mille fantasmagoriche risorse. 

    Quest'estate, la griglia di partenza era ben rappresentata dalle migliori forze, le quali avevano occupato le prime piazze della passata stagione. La maggior indiziata per lo scudetto è tuttora l'Inter, che pur "perdendo" calibri offensivi come Dzeko e Lukaku (fischiatissimo a San Siro) ha corroborato, con l'innesto di Thuram, nuova linfa vitale alle rapide ripartenze nerazzurre. La panchina lunga degli interisti appare garanzia di tenuta profonda, anche se, qualche distonica prestazione (vedi la sconfitta interna col Sassuolo) ha evidenziato che, nel campionato in corso, non ci sarà un "uomo solo al comando", come lo strapotere e il vantaggio incolmabile esperito dai partenopei di Spalletti nella passata stagione. La Roma rimane così al nono posto, anche per la fragilità nervosa dello Special One, spesso relegato in tribuna. 

    L'Atalanta supera agevolmente l'Empoli sotto gli occhi attenti del ct Spalletti che, con la sua presenza al "Castellani", ha galvanizzato Scamacca autore di due reti. La prima con un antologico colpo di tacco, mentre la seconda è scaturita da una fiondata in diagonale di rara bellezza. Atalanta che si posiziona al quarto posto in classifica. Abbiamo trovato l'uomo gol per la Nazionale? Speriamo. 

    La Lazio, dopo il tracollo in Olanda, mette sotto la Fiorentina, con un rigore concesso al 95esimo, per un fallo di mano evidente di Milenkovic. Per amor di verità ci si domanda con quale criterio i signori del Var svolgono il loro ruolo. Evidentemente, nei primi 45 minuti, lo strabismo dei giudici ai molteplici monitor, ha prevalso sulla lucidità, nell'interpretare in modo cervellotico, una macroscopica trattenuta di Rovella con Ikoné strattonato più volte in piena area di rigore. A testimonianza di quanto ho appena affermato, perfino Compagnoni, telecronista Sky, ha detto testualmente: "Questa azione dovrà essere sicuramente rivista al Var". Tuttavia, malgrado l'evidenza solare, nessun "alito di vento" si è levato dalla cabina "occhio di lince" della giuria varista. In altri termini, rigore non dato ai viola al termine del primo tempo, e penalty decisivo concesso ai laziali con la trasformazione di Immobile allo scadere del secondo tempo. La Lazio sale così al settimo posto a quota 16, recuperando un po' di terreno perso nei primi due mesi agonistici, mentre i viola, dopo una partenza sprint, vengono ridimensionati dalle due sconfitte consecutive contro Empoli e Lazio. 

    La Juventus sale al secondo posto, smentendo così tutte le cornacchie che gridavano contro Allegri. La vittoria in extremis, caparbiamente ottenuta sul Verona (in zona retrocessione) e la passione travolgente di Allegri (recita finale a San Siro da far invidia alla migliore drammaturgia) rassicurano l'esigente tifoseria bianconera (dopo le traversie passate) in una ritrovata frenesia dinamica offensiva della Juve. Kean e Milik tornano protagonisti, per dare un'identità, di rilievo, se non in chiave scudetto, almeno per un ragionevole e possibile posto Champions. 

    Non è così per il Torino a cui manca la continuità caratteriale che, forse, gli fa difetto, nonostante il fiero cipiglio e il vigore trascinante  di Juric. Infine per la salvezza, da segnalare in chiara difficoltà la Salernitana, l'Udinese (che ha esonerato Sottil) e l'Empoli, in terzultima posizione. La sconfitta interna subita a opera dell'Atalanta allarma l'ambiente toscano dopo l'evanescente e illusorio successo sulla Fiorentina. Concludiamo col Cagliari, che nonostante la rimonta "miracolistica" sul Frosinone, è sempre penultimo in classifica. Insomma un campionato che ci sta riservando e che ci riserverà sorprendenti alchimie strategiche e accesi ribaltamenti di leadership. 

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