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    Dittatore della Corea del Nord: 'Faremo giocatori più forti di Messi'

    Dittatore della Corea del Nord: 'Faremo giocatori più forti di Messi'

    Un Messi nordcoreano. O meglio, un talento più forte della Pulga argentina. Questo è l'ultimo diktat di Kim Jong-un, leader supremo della Repubblica Popolare Democratica della Corea del Nord, che ha dato l'ordine al suo ministro dello Sport di trovare e crescere il nuovo enfant prodige del pallone. L'obiettivo finale del 'piccolo dittatore' è sempre lo stesso, dominare il mondo, anche in uno sport che, tolto l'exploit del Mondiale 1966 in Inghilterra (eliminazione ai quarti contro il Portogallo di Eusebio), non ha regalato gioie a livello maschile (discorso diverso nel femminile).

    Da Pyongyang sono convinti che sia solo una questione di tempo, dalla Scuola Internazionale di Calcio della capitale uscirà il giocatore giusto che permetterà alla Corea del Nord di diventare la migliore nazionale d'Asia, in grado vincere la Coppa del Mondo. Un'utopia più che un'impresa, considerando lo status del calcio in Corea del Nord, la cui nazionale è al 126esimo posto del ranking mondiale. Le scelte autarchiche del regime, infatti, non permettono al movimento di crescere. Il campionato ha solo 11 squadre, nessuna di queste può giocare competizioni internazionali. Di fatto i giocatori, come confessato dal ct norvegese Jorn Andersen, si allenano continuamente, senza avere la possibilità di confrontarsi con avversari di livello. Magari un giorno nascerà il Messi nordcoreano, ma da solo può fare ben poco.

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