Juventus FC via Getty Images
Bonucci, il simbolo del fallimento Juve: è capitano di una non-squadra che affonda con lui
SENZA FORZE – Della Juve che fu, è praticamente rimasto solo lui. Perché gli altri (Cuadrado e Alex Sandro, Rugani e De Sciglio) erano comprimari o poco più. È rimasto solo lui, che con Allegri aveva pure il rapporto più tormentato, per quanto entrambi alla fine avevano quasi sempre capito di avere bisogno l'uno dell'altro, parentesi Milan permettendo. Anche in questa fase, di fatto, Bonucci gioca sempre o quasi. E va a fondo, sempre o quasi. Contro il Benfica è stato fatto a fettine, il gol del 4-1 è impietoso: sbaglia il passaggio, se la prendo con il mondo, scivola a vuoto e si tocca il piede mentre Rafa Silva fa festa. Poco dopo, la sostituzione. Lui abdica, la Juve affonda. Anche perché già l'anno scorso i presupposti erano altri, co-titolare insieme a Chiellini al fianco dell'erede designato De Ligt. Vanno via gli altri due, arriva il solo Bremer oltre all'acerbo Gatti, non può nemmeno gestirsi ed essere gestito. Difesa a quattro o difesa a tre, a questo punto cambia pure poco. Bonucci non è più quello di prima, la Juve nemmeno. Capitano di una squadra che squadra non è. E che affonda insieme a lui, anche per colpa sua.