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Diritto in gol: se un atleta si ammala, che accade al contratto?
E' evidente che nel calcio agonistico gli infortuni sono spesso dietro l'angolo. La contrattazione collettiva deve, dunque, tutelare sia calciatore che società in tutti i casi in cui l'atleta subisca un infortunio oppure si ammali. Quindi, il calciatore, in caso di malattia o di infortunio, continuerà a percepire la retribuzione stabilita dal contratto fino alla scadenza dello stesso, mentre la società potrà beneficiare delle eventuali indennità assicurative pattuite a proprio favore.
Per accertare la malattia o la stato di inabilità del calciatore dovuto ad infortunio il calciatore potrà avvalersi, senza oneri e senza spese, dell'assistenza sanitaria primaria (comprendente anche gli interventi chirurgici, i medicinali, la degenza in istituti ospedalieri e le attività di riabilitazione) che la società è tenuta a mettere a disposizione.
Può, tuttavia, accadere che il calciatore preferisca avvalersi di una assistenza diversa da quella messa a disposizione dalla società; in tal caso, il calciatore dovrà darne tempestiva comunicazione scritta alla società e dovrà affidarsi a soggetti e/o strutture di specchiata professionalità e chiara fama.
Va, infine, ricordato che qualora l'inabilità del calciatore dovesse protrarsi per oltre 6 mesi, la società protrà richiedere al Collegio Arbitrale la risoluzione del contratto ovvero la riduzione alla metà della retribuzione maturanda dalla data della richiesta fino alla cessazione dell'inabilità. Misure, queste ultime, raramente applicate nei confronti dei grandi campioni (es. Ronaldo all'Inter, Pato al Milan). Trattasi, infatti, di misure che la società può o meno decidere di applicare nei confronti dei propri tesserati.