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Diritti tv: Serie A in campo anche venerdì e sabato sera in chiaro, la Lega prende tempo. Il punto
TUTTI I GIORNI IN CAMPO - Si procede a passo spedito e, come evidenzia La Gazzetta dello Sport, si lavora in due direzioni. Da una parte il format dell'offerta televisiva, che modificherebbe il mosaico della giornata: non ci sarebbero più tre partite la domenica alle 15, la finestra unica del primo pomeriggio del calcio che fu, ma soltanto due; si porterebbe così a regime il weekend lungo, cioè le partite dal venerdì al lunedì.
DUE PUNTE - C'è poi l'ipotesi di non procedere con la formula a tre punte: un broadcaster detentore di tutta l’esclusiva (vedi Dazn), un altro con alcune partite in co-esclusiva (vedi Sky), un nuovo ingresso per la gara in chiaro (Mediaset). Si andrebbe verso un duopolio con un broadcaster - quasi certamente Dazn - a reggere le fila dell'acquisto a pagamento e un altro - Mediaset - che porterebbe la sua offerta in chiaro, la famosa partita del sabato sera. Questa parte però, evidenzia la rosea, potrebbe essere anche più ricca, con più di una gara. E le quattro serate, anziché tre, potrebbero essere lo strumento per questo ulteriore cambiamento. Nelle settimane delle coppe si arriverebbe a coprire con partite l'intera settimana.
TEMPI E SOLDI - Già alla prossima Assemblea di Lega, convocata per il 14 luglio, ci potrebbe essere qualche aggiornamento significativo o addirittura definitivo per non raggiungere il termine ultimo della proroga (2 agosto). Per quanto riguarda l'aspetto economico, la cifra fissata dalla Lega Serie A per i diritti 'italiani' del campionato è di 1 miliardo e 150 milioni di euro. Una cifra alta che non verrà raggiunta, l'obiettivo è difendere le cifre dell'ultimo bando (930 milioni) e magari superarlo, andando a sfiorare il milardo. L'alternativa, in caso di fumata nera nelle trattative private, nel cassetto resta il piano B del Canale Lega.