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  • Diritti tv: Mediapro blocca i soldi? Invito a cena per i club di Serie A

    Diritti tv: Mediapro blocca i soldi? Invito a cena per i club di Serie A

    Una cena per tranquillizzare i club della serie A. E' l'iniziativa di Mediapro, l'intermediario della Lega Serie A che ha acquistato i diritti tv per il triennio 2018-2021. La lettera che Mediapro ha scritto alla 'Confindustria del pallone' per manifestate perplessità sui paletti posti dall'Antitrust ha suscitato preoccupazione a via Rosellini. Per questo il gruppo ha deciso di invitare i club della serie A a una cena in un noto ristorante di Milano giovedì sera. Sarà questa l'occasione per un confronto sulle condizioni poste dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. In particolare, è il passaggio del parere dell'Antitrust sui pacchetti da sub-licenziare a creare i maggiori dubbi e preoccupazioni: l'intermediario catalano vuole infatti capire se ci sia l'obbligo o meno di sottoporre i pacchetti all'approvazione dell'Autorità, che avrebbe 60 giorni per esprimersi. Questo porterebbe a una dilatazione dei tempi per la rivendita, complicando i piani degli spagnoli. Entro il 27 marzo, Mediapro deve versare l'anticipo di 50 milioni di euro del miliardo e 50 milioni con cui il gruppo si è assicurato i diritti tv. 

    RASSEGNA STAMPA
    Colpo di scena sui diritti televisivi per il campionato di calcio italiano: dopo la delibera dell'Antitrust, Mediapro chiede di bloccare i pagamenti e vuole capire i margini di manovra. Nel giorno dell'elezione di Micciché alla presidenza della Lega, i vincitori dell'asta chiedono il rinvio del primo bonifico da 50 milioni di euro previsto per martedì. Così i piccoli club di Serie A sono preoccupati perché hanno subito bisogno di soldi per pagare stipendi e scontare fatture. 

    Mediapro, a sorpresa, fa un passo di lato; e adesso la Serie A rischia di finire i soldi. Nel giorno dell’incoronazione di Gaetano Micciché alla presidenza della Lega, una lettera firmata da 'Mediapro italia srl' gela il sangue nelle vene dei presidenti e dei loro irascibili contabili, aprendo uno scenario da armageddon in seno alla Confindustria del pallone, proprio quando, tra nuovo statuto e nomina del presidente, la situazione sembrava decisamente migliorare. 

    Nel documento, Mediapro chiede infatti di "sospendere i termini" del pagamento di quanto offerto (un miliardo, cinquanta milioni e mille euro) il giorno dell’apertura della busta della gara per l’intermediario unico. Motivazione? Nella delibera Antitrust del 14 marzo l’ultima, quella che di fatto determinava l’accettazione dell’offerta da parte della Lega - l’autorità delimitava il campo d’azione di Mediapro circa due temi che gli spagnoli, evidentemente, considerano cruciali: quello della composizione finale dei pacchetti da rivendere ai broadcasters; e quello relativo alla pubblicità nei medesimi pacchetti. "Prima di pagare, vorremmo chiarire", fanno sapere. 

    Inutile dire lo sgomento che la missiva ha generato. Gli argomenti usati per chiedere di non pagare non sono proprio convincenti (i primi a festeggiare, dopo la delibera Antitrust erano stati proprio la Lega e il suo advisor, Infront, che avevano definito il provvedimento "di una chiarezza sconcertante"). Ma le casse dei club - specialmente dei più piccoli - piangono. E molti presidenti facevano e fanno tuttora affidamento sui 50 milioni (2,5 milioni a club) che gli spagnoli devono versare entro martedì prossimo, come anticipazione, per scontare le fatture e pagare gli stipendi. 

    Ma cosa è successo? Perché questa improvvisa richiesta? Le teorie in assemblea sono le più varie. La più gettonata è quella che parla di una strategia: Mediapro ha sempre dichiarato che il suo vero obbiettivo è quello di fare il canale di Lega, da subito; e di considerare "un'ipotesi subordinata" quella del semplice intermediario (ruolo al quale invece la vincola la delibera Antitrust). La strategia sarebbe dunque quella di affamare il calcio italiano per "costringere" i presidenti a ripiegare sul Canale. E questo spiegherebbe il perché della richiesta di un incontro urgente con cui si chiude la missiva. 

    Un'altra teoria vuole invece che Mediapro - che la prossima settimana incontrerà Unicredit e Intesa - non ha ancora trovato i soldi per la fideiussione da 1,3 miliardi che deve essere presentata entro il 6 aprile. A nessuno sfugge che una teoria non esclude l'altra. Per questo lo scenario appare quanto mai grave, e per questo Giovanni Malagò (Micciché non è ancora esecutivo) sta valutando con crescente attenzione la lettera inviatagli da Sky all'inizio di marzo nella quale l'emittente satellitare faceva sapere di essere certa che, con una nuova asta, stavolta non per piattaforma ma per esclusive, la Lega potrebbe comodamente arrivare a intascare un miliardo di euro. 

    Sempre secondo La Repubblica, la risposta della Lega per il momento sarà comunque molto istituzionale, almeno stando a quanto si è stabilito ieri dopo la lettura della missiva. Qualcosa tipo: per noi il contratto è chiuso e quindi dovete pagare. Poi siamo a disposizione per qualunque chiarimento. Ma solo a bonifico ricevuto. 
     

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