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    Diritti tv, la Serie A ha bisogno di una scossa: le frizioni e le opzioni sul tavolo

    Diritti tv, la Serie A ha bisogno di una scossa: le frizioni e le opzioni sul tavolo

    La Serie A ha bisogno di una scossa. Nonostante il suo glorioso passato, la principale lega calcistica italiana ora è rimasta indietro rispetto ai rivali europei sia in termini di ricavi che di visibilità. L'offerta da 1,6 miliardi di euro di Cvc Capital Partners, e quella antagonista di Bain Capital, punta ad aumentare le vendite attraverso una riforma di un sistema di concessione di diritti mediatici obsoleto. Ne beneficerebbero sia i proprietari dei club sia il calcio italiani in generale. La Serie A fatica a colmare il divario con gli altri campionati nel resto del continente. I ricavi di trasmissione – diventati più cruciali mentre la pandemia costringe i tifosi a casa - si sono attestati a 1,46 miliardi di euro nella stagione 2018/2019, meno delle metà di quelli della Premier League britannica e inferiori del 20% rispetto ai livelli della Liga spagnola. I principali club italiani contano inoltre solo un terzo dei follower dei loro rivali stranieri, secondo un'analisi dei social media. Vista la sua struttura complessa, la lega calcio non è in grado di affrontare da sola questa sfida finanziaria. Le 20 squadre hanno ciascuna lo stesso peso nelle decisioni. Questo crea costanti frizioni tra i grandi del calcio locale come il proprietario della Lazio Claudio Lotito o il presidente della Juventus Andrea Agnelli. L'associazione è anche a corto di personale e dipende fortemente da intermediari per vendere i diritti televisivi all'estero. Per questo motivo, i consorzi capitanati dalle società di private equity Cvc e Bain stanno entrando in campo. Cvc, che ha lavorato sull'accordo per un anno e ha già esperienze simili in Formula 1 e nel rugby, intende separare il business dei diritti media in una nuova società, valutata 16 miliardi di euro. Il fondo prenderà una quota del 10% ma, cosa più importante, controllerà metà del cda, per minimizzare i contrasti tra i club. Il piano prevede di riprendere il controllo dei contratti per i paesi più importanti e lanciare un canale online in grado di competere con la piattaforma di streaming sportivo Dazn. L'offerta alternativa di Bain invece valuta la nuova società poco oltre i 13 miliardi di euro, promettendo però ai club a corto di liquidità dividendi da 300 milioni di euro, a determinate condizioni. L'offerta sembra godere del sostegno di alcuni veterani della Serie A, come Marco Bogarelli. La nuova entità partirebbe con un Ebitda di 1,1 miliardi di euro. Se Cvc raddoppierà questa somma entro il 2027, come ha promesso, il valore d'impresa della nuova entità potrebbe superare i 30 miliardi di euro, prima di una possibile Ipo. I proprietari di club come Lotito potrebbero opporsi all'idea di perdere potere. Tuttavia, con più liquidità, le squadre potranno acquistare giocatori migliori e riportare il calcio italiano al suo glorioso passato. 

    (Reuters) 

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