Dionisi protegge i calciatori, ma contraddice la sua dirigenza: quanto valgono i gioielli del Sassuolo?
CONTRO-VALUTAZIONE – “Scamacca e gli altri non meritano i titoli che gli state dando, non perché non siano bravi, ma perché non può bastare un mezzo campionato per giudicare dei ragazzi". Questo il virgolettato dell’allenatore toscano, interpellato sulla gara deludente delle sue stelline, da Raspadori a Maxime Lopez passando per Traoré e Frattesi. Tutti in bella mostra in una vetrina scintillante che promette grandi vendite (a grandi prezzi) nel corso della sessione estiva di calciomercato. Difficile pensare che parole del genere possano aver fatto piacere all’ad neroverde Giovanni Carnevali.
PREZZI SALATI – Appena nove giorni fa, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Carnevali aveva punzecchiato la Juve: “Se vogliono Raspadori, dovranno spendere”. In generale, il dirigente emiliano ha fatto intendere che per ognuno dei pezzi pregiati nella rosa, si parte da una valutazione non inferiore ai 30 milioni. E va da sé che giocatori di questo valore, se tale valore corrisponde alla realtà, siano meritevoli di tutti i titoli del mondo.
ORECCHIE DA MERCANTE – Il punto, allora, è proprio questo: le valutazioni del Sassuolo sono conformi al reale valore di Scamacca e i suoi fratelli? Non secondo Dionisi, a quanto pare. E Dionisi non è uno qualunque, è un tecnico, un addetto ai lavori. Per di più, è l’addetto ai lavori che passa più tempo a contatto con i ragazzi in questione. Certo, Carnevali potrà sempre opinare che certe dichiarazioni si fanno per proteggere i giovani talenti da critiche che rischiano di abbatterli nel percorso di crescita, ma questa uscita del suo allenatore rappresenta un serio attentato alle (nero)verdi casse del Sassuolo.