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Dino Baggio ritratta: 'Non parlavo di doping, ecco cosa intendevo dire veramente'
MALINTESO - "Colpa mia. Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire “antidoping”, e non “doping”. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: “Anche stavolta mi tocca il doping...”. E così questo modo di dire me lo sono portato dietro...".
IL CUORE DEL DISCORSO - "Il mio ragionamento è figlio del dolore che mi porto dentro per la scomparsa di Vialli, che ho sempre considerato un amico e che tanto mi ha aiutato, di Mihajlovic e di altri ragazzi che, come me, hanno giocato a pallone negli anni Novanta. Sono tanti, troppi, quelli che se ne sono andati. Credo sia necessario investigare sulle sostanze farmacologiche prese in quei periodi. Magari non c’entrano nulla, magari si scopre qualcosa...".
SOSTANZE LECITE - "Sì. Integratori, per la maggior parte. Figuratevi se i medici ci davano sostanze dopanti: avevamo controlli ogni tre o quattro giorni. No, semplicemente vorrei sapere dagli scienziati se gli integratori che prendevamo, a lungo andare, possono creare problemi nel nostro corpo. Erano i soliti, quelli che si vendono anche adesso in farmacia. Sostanze che aiutano il recupero fisico dopo uno sforzo. D’altronde non se ne poteva fare a meno: giocavamo 60-70 partite all’anno, tra campionato, coppe varie e Nazionale. Ritmi altissimi, impegni ravvicinati che non consentivano al corpo un normale ritorno alla regolarità. Aiutarsi con gli integratori era naturale e necessario. Ora, però, vorrei sapere se questi integratori, alla lunga, possono creare danni".
IN FARMACIA - "Certo, ma una persona normale ne prende uno o due alla settimana, mentre noi ne assumevano una notevole quantità tutti i giorni. C’è un po’ di differenza. Comunque nelle mie intenzioni non c’è la polemica, che è sempre sterile, ma il desiderio di conoscenza".