Bologna libera. Sfatato il tabù, scacciata la maledizione. Sei mesi (sei!) senza vincere in casa, l'ultimo sorriso datato 25 marzo, accipicchia. Mi è piaciuta la squadra di Lopez, pensavo di trovarla in condizioni peggiori viste le prestazioni precedenti. Bene Matu in mezzo, letale Laribi tra le linee, in crescita Morleo, attento Maietta, efficace il greco dietro. E Acquafresca ha strappato applausi senza aver mai tirato in porta. Perché la gente ne ha apprezzato sacrificio e grinta. Le caratteristiche che anche Zuculini ha trasmesso dal suo ingresso in campo. E giù ovazioni. Incoraggiante la condizione fisica di Cacia (foto sito ufficiale Bologna), buono l'impatto anche di Bessa quando è entrato, ecco perché Bologna ha risposto come ai bei tempi: cori, bandiere, entusiasmo contenuto ma sincero. E la società? Zanetti c'è ma non si vede. Ha mandato in avanscoperta il fido Baraldi a controllare tutto, anche negli spogliatoi dove è entrato pochi minuti dopo il fischio finale. La sensazione è che presto il suo gruppo prenderà in mano il potere, inevitabile dopo aver garantito quei soldi necessari per non complicarsi la vita. C'è anche la regia di Morandi nel colpo di scena targato Zanetti, ma sempre e solo per il bene del Bologna: gli americani non vogliono mollare, dicono, ma le garanzie presentate non avevano convinto Guaraldi e soci. Intanto si continua così, soluzione necessaria che non esclude possibili nuovi interessamenti esterni. Quando esco dallo stadio, incrocio proprio il presidente uscente: camicia bagnata di sudore, i complimenti al ds Fusco e via. Il tempo stringe, Bologna ha fretta di ripartire. A proposito, per finire: segnatevi questo nome nel Cittadella, Barreca. Classe 95, terzino sinistro, prestito dal Torino. Lui non ha avuto paura del Dall'Ara, ne sentiremo ancora parlare.
Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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