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#DIMARZIOALERT: 'Il mio Milan-Juve: Pereyra è la copia esatta di Vidal'
Il mio Milan-Juve, seduto in tribuna senza cuffia e microfono. Da spettatore, osservatore, curiosone. Gli occhi spesso sui due allenatori, questione di famiglia, avendo un papà che in panchina ci ha praticamente vissuto. Mai fermo Inzaghi, tarantolato. Si sente particolarmente coinvolto, si vede. Chiama i giocatori in continuazione, li convoca più volte a turno per dei brevi pit stop, si consulta molto con i suoi collaboratori Tassotti e Maldera. Sbraita, li guarda, ascolta, decide. La gente di San Siro lo adora, i cori personalizzati. Non mi permetto di giudicarne le scelte, comunque troppo presto per giudizi netti, ma il Milan per un tempo non dispiace affatto, coperture e ripartenze veloci, con Menez che gioca dappertutto e proprio per questo lascia l'attacco senza un vero punto di riferimento. E Allegri? Quando lo speaker pronuncia il suo nome, sono fischi, tanti. Ma durante la partita, quasi tutti i milanisti lo rispettano, giusto così per chi comunque ha vinto uno scudetto. La sua Juve è piacevole, pratica, compatta, sa quando colpire l'avversario. E nella ripresa si sente più forte e diventa padrona. Lo è. Gioca a tre dietro ma spesso si mette a quattro, Max è tentato dal cambiamento dietro e si capisce dalla tribuna. Anche lui coinvolge tanto Landucci alle sue spalle, ogni tanto si agita e urla, non è una partita come le altre. Eppure il suo centrocampo è da applausi, nonostante le assenze di Pirlo e (inizialmente) Vidal. Marchisio play è da leccarsi i baffi, non sbaglia un passaggio. Pogba mai banale, potenza e qualità, sempre la sensazione di poter fare qualcosa in più dell'avversario. E Pereyra non sostiene solo la maglia del convalescente cileno: si propone, si inserisce, va al tiro, da lontano sembra proprio Vidal, acquisto indovinato davvero. E poi c'è Carlitos, Tevez coi fiocchi. Nel primo tempo è l'unico ad avvicinarsi ad Allegri nel momento di difficoltà per confrontarsi sulle possibili soluzioni. Segnali da leader. E al momento giusto, fa ancora centro. Basta e avanza. Qualche minuto serve ancora ped rendersi conto che Milan-Juve finisce lì, in anticipo . E non solo per chi, spettatore per una notte, decide di uscire dallo stadio per evitare il traffico e le sue code.
Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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