Qui ha giocato la sua ultima partita. E lo ricordano con amore. Salerno, dove il calcio é una malattia, ha saputo apprezzare Di Bartolomei anche dopo la sua morte. Senza dimenticarne mai parole e silenzi, consigli e valori. "Bisognerebbe insegnare la storia dello sport nelle scuole", diceva Ago. Perché la rinascita del nostro calcio parte dei bambini. E mai tema resiste ancora oggi d'attualità, a quasi vent'anni dalla fine di quel tunnel dove il capitano non trovò luce. Teatro Augusteo, le immagini di Agostino scorrono lente ma vive, mentre la parole della moglie Marisa invitano a seguire quella semplicità che il marito invocava. "Facciamo come in Olanda, dove insegnano la cultura della sconfitta", propone Glerean. Tra gli ospiti di questa serata organizzata nel nome di Ago. Non allena più da tempo, Ezio il rivoluzionario. Ricordo un 4-4 pazzesco contro Zeman, che a fine gara confessò di aver affrontato uno più offensivo di lui. Fu la telecronaca più divertente della mia vita. Adesso Glerean ha scritto un libro dove si augura che il calcio riparta dal basso. Dagli educatori, dai genitori. Che lui ha filmato durante una partita di ragazzini: "Si sono vergognati nel rivedersi dopo...", non avevamo dubbi. Bisogna scavare in profondità: abbiamo bisogno di nuove speranze e misure concrete per combattere le difficoltà del nostro pallone. Perché in pochi arrivano, troppi si perdono. Tre ragazzi sono cresciuti con Totti nella Roma, uno nelle nazionali giovanili era il vice di Buffon. Sono i protagonisti di un film "Zero a Zero", che spero presto si possa vedere anche in tv, non solo nelle proiezioni organizzate. Come quella di ieri. Il regista, Paolo Geremei, ha raccontato le loro storie. "Da quando il calcio ti fa sentire un personaggio a quando ti rendi conto che é finita", magari non per colpa tua. Giù il sipario, su con la testa. Alta. Perché c'è una vita oltre il calcio. E la partita più difficile comincia proprio qui. 
Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)