Ma davvero El Sha può lasciare a gennaio il Milan? Interrogativi di metà dicembre, interessi e sondaggi, intermediari che si muovono, ma nulla per adesso di realmente concreto. Un anno e mezzo fa, estate 2013, allora sì: un assegno russo da 40 milioni, 5 al ragazzo più bonus, villa, autista, biglietti aerei e ricchi premi. Disse no. No all'Anzhi che era riuscito a strappare il sì di Galliani a suon di rilanci. No, perché quando sei giovane e giochi nella squadra del tuo cuore magari pensi meno ai soldi e più alle emozioni. Saltato quel banco, convissuto con mille infortuni, Stephan fatica adesso a tornare quello di una volta, solo sprazzi di quel piccolo Faraone diventato grande. Momenti di gloria, alternati a buio incomprensibile. 

Meglio cambiare aria? Fosse per lui, resterebbe sempre rossonero. Adesso però c'è un'indicazione precisa, chissà se verrà rispettata: trequartista e due attaccanti, così vorrebbe il Berlusca. Così non ci sarebbe più spazio per quella cresta più accorciata. E allora, ecco le telefonate incrociate tra agenti in cerca dell'affare giusto. Magari con il prefisso tedesco. 

Destinazione, Borussia Dortmund, dove Immobile gioca poco e segna comunque appena ne ha la possibilità. Idea, solo idea, di scambio. Impraticabile a gennaio, siete pregati di ripassare comunque a giugno. Quando sarà più facile e ci sarà più tempo per accontentare tutte le parti in causa, forse. Non metterei la mano sul fuoco quindi su una lunga permanenza di El Shaarawy al Milan. Il feeling non è più quello di una volta, incedibile non è proprio il termine giusto che lo riguardi. Ovviamente dipenderà dalla fine di questo campionato, da Inzaghi e dalle mille variabili impazzite. Non vestite di giallo e nero, almeno sotto l'albero. 

Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)

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