Calciomercato.com

  • Redazione Calciomercato
    Dimarco come Van Gogh: nel suo gol è racchiuso il segreto più intimo del calcio

    Dimarco come Van Gogh: nel suo gol è racchiuso il segreto più intimo del calcio

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questa settimana è - inevitabilmente - quello di Federico Dimarco. E’ il rovescio liftato da fondo campo alla McEnroe che ha deciso Empoli-Inter. E’ la pennellata di Van Gogh alla fine della Notte Stellata. E’ la carezza che fa Ryan Gosling a Emma Stone in La La Land, prima che ognuno prenda la sua strada. Nel gesto di Dimarco vi è custodita il segreto più intimo del calcio, la bellezza che da sempre ci cattura. L’abbiamo visto e rivisto, una, due, dieci e ancora tante altre volte. E non ci siamo mai stancati di ammirarne la magia. Ci siamo concentrati sui giri che fa il pallone, perfetti nella loro rotondità, così perfetti che sembrano voler replicare la prodigiosa armonia che regola i mondi. Abbiamo sottolineato la facilità di tiro del terzino interista. Non carica, si limita a calciare, senza alcuno sforzo apparente. Ci siamo immaginati un tiro così, come se ne fanno a decine, in spiaggia, quando si gioca con gli amici. Abbiamo realizzato che Dimarco quel gol ce l’aveva in testa ancora prima di calciare, perché è così che capita certe volte. Quel pallone che finisce esattamente là, all’incrocio dei pali, Dimarco l’aveva già visto, prima ancora che il piede impattasse la sfera. Abbiamo studiato la postura del corpo, ed è esemplare. E’ la posa di chi sta aspettando che i giri del pallone finiscano lì, non venti centimetri avanti e non venti centimetri indietro.

    Siamo tutti d’accordo che - con questo gol - Dimarco è già sul podio dei gol più belli del campionato 2023-24. Di quelli che abbiamo visto finora e di quelli che vedremo di qui alla fine della stagione. La cosa straordinaria in questo gesto - diciamo: una delle cose straordinarie - è che Dimarco non imprime alcuna potenza al calcio che sta per dare. E’ come se si offrisse di tracciare una parabola che è già in essere. E’ un calcio dato quasi distrattamente, ma è tutto fuorché distratto. Dimarco, abbiamo detto e scritto in tanti, questi colpi ce li ha. Di gol simili - o di gol sfiorati con queste dinamiche - ce ne sono stati altri; mai però così pregni di pulizia. Ed è proprio la pulizia del gesto che qui apprezziamo. Come se nel suo calciare Dimarco si fosse liberato di tutti gli orpelli inutili, avesse pelato via la buccia - come si fa con una pesca o una mela - si fosse insomma lasciato indietro il superfluo. E’ la prerogativa di chi ha con il pallone un rapporto intimo e confidenziale, così come ce l’ha Dimarco. La bellezza del suo tiro è che - nelle intenzioni più belle - poteva essere così e solo così: che meraviglia di gol, che consolazione riesce a darci il calcio quando qualcuno estrae dal cilindro un gesto così.

    Altre Notizie