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Dimarco: 'A Babbo Natale chiedo il rinnovo e il 1° gol a San Siro. L'Inter non era solo Lukaku, lo scudetto...'
REGALO DI NATALE - "Primo gol a San Siro da giocatore dell’Inter o rinnovo di contratto? Onestamente, non voglio scegliere. Visto che è la letterina per Babbo Natale, spero che mi porti tutti e due i regali. Al rinnovo ci sta pensando il mio agente (Beppe Riso, ndr). Io preferisco rimanere concentrato sul campo e non distrarmi dalle cose che contano. Sono sincero: non vedo l’ora di firmare".
IL RIGORE SBAGLIATO - "Andrei di sicuro a calciarne un altro, ma tanto non ricapiterà (ride, ndr). Quel giorno ci avevo messo la faccia a fine partita, mi ero mostrato sereno, ma in verità mi era cascato il mondo addosso. Poi col passare dei giorni l’ho smaltita...".
LE PUNIZIONI - "Nel calcio di oggi sono davvero importantissimi i calci da fermo, sia a favore che contro. Penso ai big match dove a volte basta un episodio, oppure contro le squadre che ci affrontano molto chiuse in difesa. Noi ci lavoriamo molto e si vedono i risultati. Calhanoglu è destro e io mancino, diciamo così... Comunque ci sono zone già designate, quindi nessuna discussione fra di noi. Per altro a me non piace litigare per una punizione, so quando tocca a me e va bene così".
LUKAKU - "Romelu ha fatto cose importantissime qui, però l’Inter non era solo Lukaku e lo sta dimostrando con giocatori nuovi come Dzeko e Correa che finora hanno fatto molto bene. Io ho sempre creduto in questa squadra, anche quando eravamo a meno sette da Milan e Napoli con la possibilità di andare ancora più lontano dalla vetta. Tutti ci dicevamo che l’Inter era finita, invece lavorando e ottenendo risultati importanti, siamo tornati su in cima".
LIVERPOOL - "Affronteremo una delle tre squadre più forti d’Europa, sarà dura. Partiamo sfavoriti, ma siamo l’Inter e ci proveremo. Ma avremo il tempo per pensarci»"
CONTE - "Mi aveva colpito molto il modo di lavorare di Conte, il rapporto che creava fra lui e i giocatori. Quando lui è arrivato all’Inter, era la prima volta che tornavo pure io in prima squadra dopo alcuni anni in prestito e ho notato un cambiamento totale in tutto l’ambiente. L’Inter era diventata più squadra nel senso generale del termine, si capiva che sarebbero arrivati risultati come lo scudetto".
JURIC - "All’inizio giocavo poco, davvero poco, e mi domandavo se fosse stata la scelta giusta. Poi Juric mi ha dato delle opportunità e io sono stato bravo a ripagarlo. Quando ho iniziato a giocare con continuità, il mister mi ha proprio cambiato. A volte ha iniziato a schierarmi da terzo di difesa, un ruolo che mai avrei pensato di poter fare. Lui è riuscito a mettermi in testa che invece era nelle mie corde, mi ripeteva “Puoi farlo, puoi farlo”. Alla fine ha avuto ragione lui e la fase difensiva, uno dei miei punti deboli, è migliorata molto. Mi hanno dato tanto, Juric e il suo staff, li ringrazierò sempre".