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    Dietro l'attesa della Juve c'è anche il caso Ronaldo: non vuole tornare, lo aveva deciso già a marzo

    Dietro l'attesa della Juve c'è anche il caso Ronaldo: non vuole tornare, lo aveva deciso già a marzo

    • Nicola Balice
    Mercoledì 11 marzo passerà alla storia come il giorno che ha cambiato una volta per tutte il calcio italiano dando il via all'era Coronavirus: sono le 23 circa quando un comunicato ufficiale della Juventus annuncia la positività al Covid-19 di Daniele Rugani. Una notizia che fa passare quasi sotto traccia un altro comunicato bianconero, quello diffuso un paio d'ore prima, in cui si conferma l'assenza prolungata di Cristiano Ronaldo e soprattutto che il fuoriclasse portoghese non sarebbe più tornato a Torino “in attesa di sviluppi legati all’emergenza sanitaria attualmente in corso”. In quel momento, va ricordato, la Juve aveva ancora in programma la delicata sfida di Champions con il Lione. Il rinvio era nell'aria, nel frattempo però Ronaldo aveva già deciso. E comunicato, non concordato: non sarebbe più tornato fino a quando non avrebbe ritenuto giusto tornare. 

    LA SITUAZIONE – Circa cinquanta giorni dopo, quelle stesse condizioni non ci sono ancora. Anzi, si potrebbe completare quella comunicazione aggiungendo la seguente formuletta: “e di una data ufficiale sulla ripresa dell'attività ufficiali oltre che degli allenamenti”. Ronaldo non ha intenzione di tornare a Torino in questo momento, le condizioni di sicurezza ideali se l'è ricreate sull'isola di Madeira. Allenandosi come e meglio di quanto potrebbe fare in Italia, organizzando in tempi non sospetti un ulteriore trasloco ancor più lontano da quello che sarebbe poi diventato il primo focolaio sull'isola di Madeira.

    I MESSAGGI – Non vuole tornare e lo fa capire anche attraverso sponde mediatiche a lui vicine. Appena uscita la notizia in Portogallo di un suo possibile rientro, è immediatamente arrivata la smentita per esempio. Continua ad allenarsi anche col pallone, continua a vivere una quarantena tutt'altro che isolata, continua a stare meglio di come potrebbe stare a Torino o in qualsiasi altra piazza. D'altronde per lui non è una questione di soldi, non può esserlo e non lo sarà mai in questa situazione, è subito andato via dall'Italia al termine dell'ultima partita e ci tornerà solo quando vorrà. Tanto che per mettere le cose in chiaro si consolida anche il partito di chi sostiene sia proprio uscita dal suo entourage la volontà di forzare la mano sulla persistente positività di Paulo Dybala. Come a ribadire quelle condizioni di sicurezza da lui pretese per rientrare, attualmente non possano esserci. Intanto la Juve continua nella propria strategia di attesa, senza comunicazioni definitive da Governo, Figc e Lega, non c'è alcun richiamo degli stranieri all'estero né una data per un nuovo raduno. E aspettare è l'unica cosa che si può fare, anche per capire come andrà a finire per la gestione dei casi interni, come Gonzalo Higuain. Come Cristiano Ronaldo, perché riavvolgendo il nastro quel mercoledì 11 marzo è per ora anche il giorno del CR7 disertore.

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