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    Diego Lopez: 'Fiorentina, punta su Vecino!'

    Diego Lopez: 'Fiorentina, punta su Vecino!'

    • Francesco Benvenuti
    La Fiorentina, l'Uruguay, Cagliari: un legame particolare, inusuale e inaspettato, il cui fil rouge è, anche, Diego Lopez, ex allenatore dei sardi e del Bologna.

    Lopez, come si vive l'estate senza calcio?
    E' una sensazione strana, appena ho smesso di giocare ho iniziato subito ad allenare a Cagliari, dalle giovanili alle prime squadre, e per questo ho sempre vissuto delle estati movimentate: questa è stata l'occasione di stare con la famiglia e i figli, continuando però a seguire il calcio con grande attenzione.

    La Fiorentina attende Jaime Baez, uno degli ultimi prodotti della generazione d'oro uruguaiana.
    Non lo conosco benissimo, so che è un ragazzo che ha fatto abbastanza bene in patria. E' giovane, ha bisogno di tempo, perchè è difficile il passaggio dal campionato uruguaiano a quello italiano, che è uno dei migliori.

    Nella seconda parte del 2013/2014, a Cagliari, ha dato continuità a Matias Vecino, che era appena arrivato e che adesso è cercato anche dal Napoli.
    Ho un parere molto positivo su di lui. In quel momento, nel mercato invernale, stava andando via Naingolaan e avevamo parlato con Montella insieme al direttore sportivo di allora, Salerno: ci disse che per lo schema che facevamo noi, con il centrocampo a 3, sarebbe stato l'ideale. A Cagliari disputò ottime partite, era scritto che avrebbe reso bene in Serie A: ha molta qualità, grandi margini di miglioramento e un ottimo passo. L'anno scorso lo volevo portare al Bologna, ma non ci siamo riusciti.

    Under 20 e Nazionale Maggiore con tanto talento: l'Uruguay è esplosa negli ultimi anni.
    Non c'è un segreto: da noi il calcio è tutto. I ragazzi giocano ancora per strada, la passione è grandissima. Ci sono top player che giocano in grandi club e questo è un beneficio per la Nazionale. E' comunque incredibile, e anche difficile da spiegare, come un paese piccolo come il nostro tiri possa tirar fuori così tanti giocatori.

    Astori è reduce da un campionato con la Roma non all'altezza di quelli precedenti a Cagliari. Può essere un valore aggiunto per questa Fiorentina?
    Astori è un giocatore di livello assoluto, a Roma non ha sofferto la pressione, il problema va ricondotto a tutta la squadra che, nonostante il secondo posto finale, non è riuscita a esprimersi al meglio: da soli è difficile competere ad alti livelli. Firenze è una città che chiede molto, io credo possa fare bene.

    Dopo la prima giornata di Serie A quali impressioni ha di questo campionato?
    Aspettiamo a dare giudizi, le prime giornate possono essere traumatiche per tutti. Mi ha sorpreso il risultato della Juventus, che solitamente parte sempre bene;  il Napoli ha affrontato una squadra con un grande allenatore, molto affiatata, come il Sassuolo, e questo è il calcio italiano: magari non trovi tutti i campioni, come altrove, ma le squadre cercano sempre di giocare ed è difficile affrontare anche le medio-piccole.

    Paulo Sousa, un nuovo allenatore che si affaccia all'Italia e alla Serie A.
    Per gli allenatori stranieri il calcio italiano è sempre complicato. Lui ha fatto un grande esordio, sarà il tempo a dirci se riuscirà ad eguagliare gli straordinari risultati di Montella.

    Un'ultima battuta: che effetto le ha fatto vedere il Bologna?
    Nessun rimpianto: è un lavoro che abbiamo portato avanti in tanti mesi. Mi fa piacere vederlo in serie A, sono sinceramente contento.

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