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    Diario di una quarantena: la nostra redazione tra Milano e il Sud. Roma deserta? Insomma: multe e auto in seconda fila

    Diario di una quarantena: la nostra redazione tra Milano e il Sud. Roma deserta? Insomma: multe e auto in seconda fila

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Calciomercato.com ha anticipato i tempi. Da tre settimane abbiamo scelto lo smart working per evitare rischi a noi stessi e agli altri, non volevamo contribuire involontariamente a diffondere il contagio. Chi vive a Milano, dov’è la nostra redazione centrale, lavora da casa; gli altri dalle loro residenze sparse in ogni angolo d’Italia. La tipologia della nostra professione ci agevola, siamo in grado di seguire tutto e di interagire, sfruttando le meravigliose e trafficatissime chat che ormai sono parte integrante della nostra vita (a volte, ma non adesso, anche troppo invasive). E al limite, se vogliamo guardarci negli occhi, si va su Skype.

    Ci manca il lavoro della redazione, certo. Vivere il calcio gomito a gomito con il colleghi, scambiarsi idee e notizie a getto continuo. Confrontarsi e discutere è fondamentale nel nostro lavoro. Ci siamo adattati, però. Lo abbiamo fatto e lo faremo, nel rispetto delle regole. Infatti ci siamo presentati negli stadi nei quali potevamo essere ammessi per raccontare ai nostri lettori non solo le partite, ma anche e forse soprattutto com’è il calcio nell’era del Coronavirus. Siamo ancora convinti che il giornalista debba vivere e vedere per raccontare, benché molti ormai ritengano che non sia così importante. Essere un testimone dell’evento, questo è fondamentale.

    Chi scrive ieri era a Roma, davanti alla sede della Federcalcio, là dentro si stava decidendo il futuro dei nostri campionati. Era il primo giorno della Capitale chiusa. Abbiamo letto resoconti che hanno descritto la città come un luogo spettrale: noi in realtà non l’abbiamo vista così. Meno traffico, ovvio, e meno gente per strada, ci mancherebbe. Il deserto, però, è un’altra cosa. Ci ha colpito, ad esempio, la quantità di auto parcheggiate in doppia fila, modalità consueta da queste parti per chi deve fermarsi un minuto o un’ora: la dimostrazione che più di qualcuno è uscito da casa. Molti - ed è positivo - i controlli delle forze dell’ordine: un collega è stato fermato tre volte tra la stazione Termini e via Allegri e ha sempre dovuto esibire l’autocertificazione; chi è stato sorpreso in città senza un valido motivo è stato opportunamente multato.

    Ci è venuto perfino un dubbio: siamo sicuri che l’Italia sia un Paese approssimativo come troppi la descrivono?

    @steagresti
     

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