ANSA
Diario di una quarantena: la nostra redazione tra Milano e il Sud. Roma deserta? Insomma: multe e auto in seconda fila
Ci manca il lavoro della redazione, certo. Vivere il calcio gomito a gomito con il colleghi, scambiarsi idee e notizie a getto continuo. Confrontarsi e discutere è fondamentale nel nostro lavoro. Ci siamo adattati, però. Lo abbiamo fatto e lo faremo, nel rispetto delle regole. Infatti ci siamo presentati negli stadi nei quali potevamo essere ammessi per raccontare ai nostri lettori non solo le partite, ma anche e forse soprattutto com’è il calcio nell’era del Coronavirus. Siamo ancora convinti che il giornalista debba vivere e vedere per raccontare, benché molti ormai ritengano che non sia così importante. Essere un testimone dell’evento, questo è fondamentale.
Chi scrive ieri era a Roma, davanti alla sede della Federcalcio, là dentro si stava decidendo il futuro dei nostri campionati. Era il primo giorno della Capitale chiusa. Abbiamo letto resoconti che hanno descritto la città come un luogo spettrale: noi in realtà non l’abbiamo vista così. Meno traffico, ovvio, e meno gente per strada, ci mancherebbe. Il deserto, però, è un’altra cosa. Ci ha colpito, ad esempio, la quantità di auto parcheggiate in doppia fila, modalità consueta da queste parti per chi deve fermarsi un minuto o un’ora: la dimostrazione che più di qualcuno è uscito da casa. Molti - ed è positivo - i controlli delle forze dell’ordine: un collega è stato fermato tre volte tra la stazione Termini e via Allegri e ha sempre dovuto esibire l’autocertificazione; chi è stato sorpreso in città senza un valido motivo è stato opportunamente multato.
Ci è venuto perfino un dubbio: siamo sicuri che l’Italia sia un Paese approssimativo come troppi la descrivono?
@steagresti