Diario di una quarantena, Giacomazzi a CM: 'Dovevo iniziare una nuova vita, tutto rimandato. Godin mi ha detto che...'
IN URUGUAY - Precauzioni a distanza: "In Uruguay il virus è arrivato in forma più contenuta rispetto all'Italia, ma io avevo avvertito la mia famiglia di non sottovalutare il problema. Il Paese sta affrontando l'emergenza con serietà e responsabilità". Come gli confermano anche i suoi amici uruguaiani: "Godin ha aspettato l'ok da parte della società prima di partire. Mi ha raccontato com'era la situazione a Milano, spiegandomi che in Uruguay le persone non escono per davvero. Cavani ha deciso di rientrare per stare vicino alla famiglia e per passare la quarantena nella sua casa in campagna, dove i figli hanno più spazio per giocare". Tra i Paesi più colpiti, invece, c'è la Spagna: "Ho sentito Suarez a Barcellona, lì sono stati troppo superficiali e l'esperienza dell'Italia non è servita da lezione. Madrid è nelle stesse condizioni di Milano".
DEBUTTO RIMANDATO - Guillermo ha dovuto cambiare i piani a causa del coronavirus: "Avevo già prenotato il volo per tornare in Uruguay e andare a trovare la mia famiglia, ma appena è scoppiata quest'emergenza ho annullato tutto". Tutto bloccato, anche il debutto di Mangia e Giacomazzi sulla panchina di Malta è rimandato: "Dovevamo fare delle amichevoli contro Azerbaijan, Lussemburgo e Gibilterra, ma chiaramente sono saltate. In questo periodo si lavora per pianificare il futuro". E allora ci si accontenta di due calci insieme al figlio: "Sebastian ha 14 anni e gioca nelle giovanili del Lecce, è un centrocampista come me".
SCOUTING - Oggi l'uruguaiano sta valutando il suo futuro, prima di entrare nello staff del ct è stato collaboratore dell'agente Alessandro Lucci: "Ho lavorato tre anni con lui, è stato un percorso formativo che mi ha fatto fare tante esperienze e ha arricchito il mio bagaglio, cosa che sta avvenendo anche in questa nuova avventura". Eppure come scout ci sapeva fare eccome: "Avevo visto giocare Vecino nel Nacional Montevideo e dissi ad Alessandro che avrebbe potuto fare bene in Italia. Non lo conoscevo personalmente, poi con Matias è nata una bellissima amicizia: è un ragazzo umile che ha fatto un percorso importante anche grazie all'aiuto del suo procuratore".
I RETROSCENA - Intuizione di Corvino nell'estate 2001 (arrivò a Lecce insieme a Chevanton), Giacomazzi ormai si definisce un leccese d'adozione: "Sono 12 anni che vivo qui, ogni tanto sento ancora Chevanton, Vucinic e Siviglia, che allena la Primavera del Lecce". E pensare che prima di arrivare in giallorosso poteva già sbarcare in Italia: "Quando avevo 18 anni era tutto fatto con il Vicenza di Guidolin, poi non si concretizzò perché ero ancora extracomunitario e non riuscirono a liberare un posto. Nel 1999/2000 sono stato vicino al Torino: avevo anche incontrato Mazzola, ma in quel periodo avevano problemi societari". Ma la sliding door più importante nella carriera di Giacomazzi è un'altra: "Ai tempi del Penarol mi voleva il Bayern Monaco, il mio club fece una richiesta troppo alta e i tedeschi si tirarono indietro". E così, Lecce fu. L'amore di una vita, quella città che ora è costretto a guardare solo dalla finestra.
@francGuerrieri