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    Diabaté, oltre la testa c'è di più: segna come Hubner, ha una missione

    Diabaté, oltre la testa c'è di più: segna come Hubner, ha una missione

    • Federico Zanon
    Goffo, impacciato, calcisticamente brutto da vedere. Eppure tremendamente efficace. Cheick Diabaté è uno dei protagonisti dell'ultimo mese di Serie A, con sei gol nelle ultime tre partite, due al Verona, due alla Juventus, due al Sassuolo. Difficilmente serviranno a salvare il Benevento, per il quale la retrocessione è solo una questione di aritmetica, di certo lo hanno aiutato a tornare in auge, dopo la deludente parentesi con la maglia dell'Osmanlispor, dal quale è sbarcato a gennaio in prestito oneroso. Inutile girarci troppo intorno, in pochi erano pronti a scommettere sul gigante maliano di 195 centimetri, bravo in 284' di campionato a farsi scivolare di dosso le critiche e a convincere tutti, che 'oltre la testa c'è di più'.

    CHE NUMERI! - Il delizioso tocco sotto sull'uscita di Consigli, che è valso il momento vantaggio del Benevento, è la conferma che Diabaté ci sa fare anche con i piedi, che non è solo il classico palo della luce forte fisicamente da cercare con i palloni lunghi. Anche i numeri lo confermano: nessuno, in Serie A, ha la media gol/minuti giocati come la sua, uno ogni 41', nessuno, negli ultimi 17 anni del nostro campionato, era stato in grado di realizzare 3 marcature multiple in 3 presenze consecutive di Serie A (Hubner nel 2001). Alt, non stiamo parlando del nuovo Eto'o o del nuovo Drogba, ai quali il diretto interessato ha sempre ammesso di ispirarsi, a volte però è giusto andare oltre la prima impressione.

    SENZA LIMITI - Arrivato in Francia a 18 anni Diabaté ha fatto fatica ad adattarsi. Si arrabbiava facilmente e non guardava in faccia chi parlava. Un comportamento di rispetto insegnatogli dal padre, secondo Diabaté, di sfida, secondo chi aveva di fronte. Con il tempo ha trovato la sua dimensione e pur non vestendo la maglia di nessun club prestigioso l'attaccante che ama parlare di sé in terza persona si è tolto qualche soddisfazione, tra le quali la vittoria della Coppa di Francia nel 2013 con il Bordeaux (con due gol in finale) e la salvezza con il Metz lo scorso anno. Al di là delle Alpi il giornalista e comico di RMC Julien Cazarre, gli ha dedicato una canzone intitolata "Outé Cheick Diabaté", a Benevento è diventato l'idolo di una città intera. La prossima missione? Stupire. La normalità per uno che si fa chiamare 'Cheick sans limite'.

     

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