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DI MARZIO ALERT: 'Mandorlini, l'unico intoccabile del miracolo Verona'
Verona, il Bentegodi che canta, una malattia di nome Hellas. Anche in C erano così tanti per seguire i butei, adesso però si stropicciano gli occhi e si godono una squadra coi fiocchi. Fa anche rima. I successi comunque non nascono mai per caso, nemmeno questa salvezza raggiunta a febbraio con vista sull'Europa. Perché l'Hellas che stupisce non è solo Mandorlini che incarna lo spirito gialloblù o Toni che segna come quando aveva venticinque anni. È una società dalla struttura moderna, con un presidente alla moda (in tutti i sensi) come Setti, un dg all'avanguardia come Gardini (capace di convincere la Nike a diventare sponsor tecnico), un ds giovane e apprezzato come Sogliano. Non è un mistero che il Milan gli abbia messo occhi e contratti addosso, ma presidente e dg ancora sperano di trattenerlo, forse perché conoscono il suo modus operandi: comando io e decido io, come sarebbe possibile con Galliani ancora al comando? Sogliano o non Sogliano, Verona pensa al futuro e sa di avere un club pronto comunque a dire la sua anche nella prossima stagione. Con le cessioni di Jorginho, Iturbe (dopo averlo riscattato dal Porto) e forse Romulo, il tesoretto per costruire una nuova squadra di talento e fosforo sarebbe importante. Già l'arrivo sul gong di Rabusic (ne sentiremo parlare) è un segnale di programmazione e ripartenza, perché non si può e potrà vivere di solo Toni. Chi non si tocca è Mandorlini, capelli brizzolati e barba incolta, quelle fastidiose voci su Mangia cancellate subito con una partenza da grande e un contratto che andrebbe (andrà?) rinnovato presto. Verona lo ama e sogna, ad occhi aperti, ripensando ai momenti difficili vissuti -per anni- con grande dignità. Questione di fede. Chiamata Hellas.
Gianluca Di Marzio, giornalista Sky Sport
Gianluca Di Marzio, giornalista Sky Sport