Di Marzio a CM: 'Leo più di Diego? Bestemmia. Gli 'zingari'? A calci nel...'
Messi più grande di Maradona? "Non bestemmiamo". Gianni Di Marzio, nel suo appuntamento settimanale ai microfoni di Calciomercato.com, non ne vuol proprio sapere: Diego resta più grande, nonostante i cinque gol di Leo nell'ultimo match disputato in Champions League e il terzo Pallone d'Oro di fila conquistato a inizio anno.
In questi giorni il mondo del calcio si interroga su Messi: è il più grande di tutti i tempi? Galliani, ad esempio, dice di sì.
"Non bestemmiamo. Il Bayer Leverkusen gli ha lasciato 50 metri di campo, Diego ne avrebbe fatti dieci di gol. La differenza è che Maradona vinceva da solo o quasi, mentre Messi, nel Barcellona, è circondato da un gruppo di campioni".
Qual è la sua classifica dei più grandi di tutti i tempi?
"Al primo posto Di Stefano, il più grande di tutti i tempi, poi Maradona, Puskas, Pelè, Beckenbauer, Cruyff e Platini. E poi ci metterei anche Baggio, che è stato un grande".
Dai più grandi di tutti i tempi, ai più grandi di adesso: dietro Messi e Ronaldo c'è Ibrahimovic?
"Sì, insieme a Rooney".
Però in Champions Ibra a volte è ancora un fantasma. E' vero che all'andata con l'Arsenal ha fatto la differenza, ma al ritorno è rimasto a guardare... E poi si è lamentato...
"Ibra deve fare il bravo. Ha un tecnico bravo, che fa giocare sempre la squadra in verticale, l'ideale per lui. Cosa c'entra l'allenatore? E' lui che a livello internazionale deve iniziare a fare la differenza. Finora, nella sua carriera, si è imposto solo a livello territoriale, non internazionale. In Champions ha fallito con Juve, Inter, Barcellona e, finora, Milan. Ora deve fare questo salto di qualità".
Il miglior attaccante italiano invece è Balotelli, che però continua a far discutere per i suoi comportamenti fuori dal campo...
"In Premier Balotelli sta dimostrando di essere il miglior attaccante che abbiamo, in Nazionale invece non lo ha ancora dimostrato. Fuori dal campo però si deve dare una regolata, non può continuare a prendere 250.000 sterline di multe ogni stagione".
Lei nella sua carriera da allenatore e da dirigente come si è comportato con tipi 'alla Balotelli'?
"Li ho raddrizzati, con le buone o con le cattive, utilizzando il bastone e la carota. Io ho sempre portato le mie squadre in ritiro in alberghi fuori città, sempre gli stessi. E controllavo bevande e alimentazione. E il sabato sera tutti a dormire alle 22.30 al massimo. Ora gli allenatori sono troppo 'carta e penna', sanno stare in panchina con il loro blocknotes a prendere appunti, ma rispetto ai tecnici della mia generazione hanno poco il polso della situazione di quello che succede ai loro calciatori fuori dal campo. Prendiamo ad esempio il discorso dei cosiddetti 'zingari' del calcioscommesse. Negli alberghi nei quali le mie squadre andavano in ritiro non poteva entrare nessun estraneo, li avrei presi a calci nel sedere!".
A proposito di allenatori: chi ci sarà sulla panchina dell'Inter nella prossima stagione?
"Chi ci sarà non lo so, so che tipo di allenatore ci vorrebbe. Per ripartire con un nuovo ciclo ci vorrebbe un top manager, un Capello. Non vedrei bene un allenatore giovane. Devi essere abituato a guidare una Ferrari, se no vai fuori strada. Correrebbe questo rischio, ad esempio, Stramaccioni, il tecnico della Primavera. E anche lo stesso Villas Boas sarebbe a rischio. Ha fatto un grande anno al Porto, ma è ancora giovane e al Chelsea, ad esempio, ha trovato giocatori più vecchi di lui, e lì diventa difficile. E' successo anche a me a inizio carriera, a Brindisi: alcuni giocaori, più anziani di me, non mi ascoltavano e parlavano solo del loro vecchio allenatore. Hai voglia a fargli capire che quello ormai non c'era più e che il loro allenatore ero io".E in campo, da chi deve ripartire l'Inter?
"Ci vuole un cambio generazionale. Quindi, anagrafe alla mano, i nerazzurri devono ripartire dai giovani e da chi ha fame di vincere. Quindi direi Ranocchia, Guarin e Pazzini sicuramente. Ma non basta, una squadra come l'Inter deve puntare sui top player, non semplicemente sui buoni giocatori. Serve un Neymar ad esempio, ma ci vogliono 40 milioni....".
Un pronostico su Chelsea-Napoli?
"Il Napoli fa gol di sicuro. I difensori del Chelsea sono lenti e macchinosi, Lavezzi ci va a nozze. Però bisogna anche stare attenti alle loro avanzate, specialmente sulle palle alte e sui corner. Il Chelsea è un po' 'l'Inter d'Inghilterra', è a fine ciclo, ma può ancora essere pericoloso".
Per concludere, cosa pensa del silenzio stampa della Juventus?
"Se è servito per evitare nuove polemiche, come ha spiegato Agnelli, ci può anche stare. Ma in ogni caso penso che, in generale, nei confronti dei tifosi un silenzio stampa non sia mai giusto. Negli Stati Uniti e in Inghilterra sarebbe impensabile".