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Di Francesco si rassegni: Monchi non ha fatto la Roma per lui, cambi modulo
La formazione, prevedendo anche tre attaccanti, sarebbe stata troppo sbilanciata, e poi l'ex Psg (soprattutto) e l'ex Atalanta non sono adatti al ruolo di mezzala, avendo dato entrambi il massimo da trequartisti. Perciò abbiamo sostenuto che, in caso di 4-3-3, Strootman sarebbe stato fondamentale per dare equilibrio. Non è un caso che a Torino, al debutto in campionato, la Roma abbia schierato in mezzo al campo l'olandese, De Rossi e Pastore, apparso comunque sacrificato. Ma il modulo ideale già ci sembrava il 4-2-3-1: due mediani davanti alla difesa (da scegliere tra De Rossi, Pellegrini e Strootman stesso), un trequartista (Pastore o Cristante), due esterni (ce ne sono quattro di ottimo livello) e un centravanti (Dzeko, con Schick in alternativa).
Con l'arrivo di Nzonzi e la cessione di Strootman, questa rivoluzione tattica è diventata quasi obbligatoria. Lo abbiamo scritto poche ore prima che la Roma giocasse con l'Atalanta e il campo lo ha confermato: con il 4-3-3 i giallorossi sono stati travolti, nella ripresa sono passati al 4-2-3-1 e hanno raddrizzato la partita da 1-3 a 3-3, rischiando addirittura di vincere.
A questo punto ci sembra naturale che Di Francesco si rassegni definitivamente e cambi modulo, abbandonando il suo amatissimo - ma impraticabile dopo il mercato di Monchi - 4-3-3 di zemaniana memoria. Anche perché né De Rossi né Nzonzi hanno le caratteristiche per adattarsi al ruolo di interno, essendo entrambi (per motivi di struttura fisica e Daniele anche di età) improponibili nel ruolo di mezzala.
La nuova soluzione permetterebbe a Di Francesco di avere una diga con pochi eguali davanti alla difesa (De Rossi-Nzonzi, con Pellegrini come possibile cambio) e tanta qualità in avanti. Strootman avrebbe fatto certamente comodo, ma così il vuoto che ha lasciato non somiglierà a una voragine.
@steagresti