'Di Canio fascista':| Sponsor via dallo Swindon
Da sempre in Italia la sua simpatia verso il fascismo gli procura numerose critiche da parte degli addetti ai lavori, ma esalta i suoi fan più accaniti . Tuttavia mai l'ex calciatore Paolo di Canio avrebbe pensato che la sua fede politica potesse mettere in pericolo la sua carriera di allenatore in Inghilterra. Nominato da qualche giorno coach dello Swindon Town, formazione che è appena retrocessa in League Two, la quarta divisione inglese, l'ex attaccante della Lazio è subito incappato nella prima grana: diversi sponsor della squadra britannica hanno ritirato i loro finanziamenti perché non accettano che il team sia allenato da un trainer dichiaratamente «fascista».
LE CRITICHE – Il quarantaduenne Di Canio dovrebbe essere presentato ufficialmente dallo Swindon Town lunedì prossimo, ma la decisione degli sponsor di abbandonare finanziariamente il team potrebbe mettere in discussione la sua nomina. Tra gli sponsor del team c'è anche il sindacato «Gmb Union» che da sempre persegue una politica antifascista. Il sindacato, che ogni anno versa 4000 sterline di sponsor, ha subito fatto sapere che quest'anno non rinnoverà il finanziamento perché non può vedere accostato il suo nome a quello di un allenatore fascista: «Abbiamo deciso di non sponsorizzare più lo Swindow Town Football Club - ha dichiarato Andy Newman, segretario di Gmb Union -, non rinnoveremo il nostro accordo con loro. Siamo un sindacato di lavoratori e non possiamo avere rapporti commerciali con un club che ha un allenatore fascista. Non abbiamo scelta. E' un peccato, ma non possiamo fare altro».
I TRASCORSI DELL'EX LAZIALE - Eppure fino ad oggi nel Regno Unito Di Canio ha sempre fatto parlare bene di sé e, in quasi dieci anni di attività agonistica oltremanica, è riuscito a conquistare le simpatie dei sudditi di Sua Maestà. Nominato calciatore dell'anno in Scozia nella stagione 1996-97, l'anno successivo arriva in Inghilterra e si afferma, soprattutto durante gli anni nel West Ham, come un attaccante di razza e un calciatore molto corretto. Nel 2000 riceve addirittura il premio Fair Play dell'anno unito a una lettera ufficiale di encomio della FIFA, firmata da Joseph Blatter per aver fermato il gioco durante la partita Everton-West Ham: l'attaccante in quel match poteva segnare all'ultimo minuto un goal decisivo, ma dopo aver visto il portiere accasciato a terra, fermò il gioco e permise all'avversario di essere soccorso. Peccato che una volta tornato sui campi di calcio italiani, Di Canio non abbia dimostrato lo stesso fair play e rispetto verso gli avversari. Tra i gesti che più hanno fatto scalpore c’è quello del 6 gennaio del 2005 alla fine del derby capitolino vinto dalla Lazio per 3-1. Il quarantaduenne si diresse verso la curva biancoceleste e festeggiò la vittoria con il saluto romano