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    Di Biagio, altro fallimento: neanche i singoli questa volta lo salvano

    Di Biagio, altro fallimento: neanche i singoli questa volta lo salvano

    • Federico Zanon, inviato a Bologna
    L'aritmetica non ci condanna, ma non dipende più solo da noi. Per volare in semifinale l'Under 21 deve conquistatre i tre punti contro il Belgio, sabato sera a Reggio Emilia, e incrociare le dita. Deve sperare che la Spagna non vinca segnando tre gol, sperare che dagli altri gironi arrivino notizie positive e che i 6 punti possano essere sufficienti, almeno, per essere la migliore seconda. Ha detto questo, in soldoni, Gigi Di Biagio, che si è presentato in sala stampa deluso e amareggiato. Per una sconfitta pesante, che rischia di spegnere il sogno azzurro, che potrebbe macchiare una carriera da allenatore ricca di aspettative e per il momento avara di successi.

    MALE MALE - Lo dice il suo cv in azzurro, alla guida dell'Under 21, iniziata nel 2013, quando la Federazione lo scelse al posto di Mangia. Ha conquistato tre fasi finali dell'Europeo di categoria, certo, ma non è mai riuscito ad riportare in Italia un trofeo che manca dal 2004. Nel 2015, in Repubblica Ceca, è uscito alla fase a gironi, chiudendo terzo dietro a Portogallo e Svezia, nel 2017 ha perso la semifinale contro la Spagna (oggettivamente più forte), quest'anno rischia di rimanere a guardare dopo solo 270'. In casa, con un'Under 21 tra le più forti di sempre, con ben sei giocatori 'prestati' da Mancini.

    ZERO GIOCO - Ha avuto i big solo a pochi giorni dalla prima partita, non c'è dubbio, ma ci ha messo del suo. Quello visto nella prima mezz'ora con la Spagna e oggi contro la Polonia è il risultato di un cammino, negli ultimi mesi, fatto di tanti esperimenti e poche certezze, come dimostrano i risultati, due vittorie nelle ultime nove prima dell'Europeo, contro Albania e Tunisia. Anche oggi si è vista una squadra senza criterio, senza un'idea di gioco, con i reparti distanti, incapace di mettere in moto gli attaccanti, perennemente legata alla giocata del singolo piuttosto che a un lavoro collettivo. Con la Spagna ci è andata bene, grazie a Chiesa e Pellegrini, oggi no. Questa volta nessun azzurro ha preso la mano Di Biagio, nessuno l'ha salvato. E' sul ciglio del burrone, rischia di cadere. E di portare giù i sogni di un Paese intero. 

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