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Di Biagio, altro fallimento: neanche i singoli questa volta lo salvano
MALE MALE - Lo dice il suo cv in azzurro, alla guida dell'Under 21, iniziata nel 2013, quando la Federazione lo scelse al posto di Mangia. Ha conquistato tre fasi finali dell'Europeo di categoria, certo, ma non è mai riuscito ad riportare in Italia un trofeo che manca dal 2004. Nel 2015, in Repubblica Ceca, è uscito alla fase a gironi, chiudendo terzo dietro a Portogallo e Svezia, nel 2017 ha perso la semifinale contro la Spagna (oggettivamente più forte), quest'anno rischia di rimanere a guardare dopo solo 270'. In casa, con un'Under 21 tra le più forti di sempre, con ben sei giocatori 'prestati' da Mancini.
ZERO GIOCO - Ha avuto i big solo a pochi giorni dalla prima partita, non c'è dubbio, ma ci ha messo del suo. Quello visto nella prima mezz'ora con la Spagna e oggi contro la Polonia è il risultato di un cammino, negli ultimi mesi, fatto di tanti esperimenti e poche certezze, come dimostrano i risultati, due vittorie nelle ultime nove prima dell'Europeo, contro Albania e Tunisia. Anche oggi si è vista una squadra senza criterio, senza un'idea di gioco, con i reparti distanti, incapace di mettere in moto gli attaccanti, perennemente legata alla giocata del singolo piuttosto che a un lavoro collettivo. Con la Spagna ci è andata bene, grazie a Chiesa e Pellegrini, oggi no. Questa volta nessun azzurro ha preso la mano Di Biagio, nessuno l'ha salvato. E' sul ciglio del burrone, rischia di cadere. E di portare giù i sogni di un Paese intero.