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    Deulofeu: 'Al Milan il periodo più felice. Ritorno? Non chiudo, è speciale per me'

    Deulofeu: 'Al Milan il periodo più felice. Ritorno? Non chiudo, è speciale per me'

    Gerard Deulofeu non dimentica mai il Milan e non nasconde il desiderio di tornare un giorno in rossonero. Uno scenario sfiorato anche a gennaio: Leonardo e Maldini erano a caccia di un'ala da regalare a Gattuso come alternativa a Calhanoglu e avevano contattato il Watford per lo spagnolo, che ha lasciato buoni ricordi a San Siro. Intervistato da Mundo Deportivo, Deulofeu racconta delle difficoltà vissute a Barcellona, quando era etichettato come 'nuovo Messi' e di come il Diavolo sia stato fondamentale nel suo percorso di maturazione.

    IL PESO DELLE ASPETTATIVE - "Da quando ho iniziato al Barcellona, anche se ha aspetti positivi e negativi. E' certo che ci si è sempre aspettato molto da me. E' complicato quando si è una promessa del Barça, però non ci si può lottare. Il Barcellona è il più grande ed è normale che ti pongano questa etichetta quando sei forte. Sono contento della mia carriera. Mi ha fatto più male che bene essere definito il nuovo Messi? Penso di sì, è stato difficile combattere con questa etichetta. Quando parli con i veterani ti assicurano che devi stare attento a queste promesse e andare piano. Bisogna avere pazienza, ma tutti abbiamo avuto l'opportunità di dimostrare di essere Messi, Busquets o Iniesta. Alcuni l'hanno sfruttata, altri no".

    ADDIO AL BARCELLONA - "Fino a gennaio dell'anno passato stavo bene, giovavo abbastanza dopo l'infortunio di Dembélé però non avevo i minuti che credevo di avere. Sono un calciatore che ha bisogno di giocare per essere felice, non posso stare molto tempo in panchina".

    MATURATO - "Tanto a livello personale quanto calcistico. Aver giocato in Spagna, Italia e Inghilterra aiuta. E' evidente che uno cresce quando esce dalla zona comfort, vive cose che quelli che non lasciano il proprio paese non hanno potuto vivere e sa come funzionano certe cose in spogliatoio".

    RIMPIANTI - "Tutto è un sogno quando sei giovane e a volte non fai le cose bene come dovresti. In fondo è quando devi sfruttare il tuo momento, ma sei in una nube. Tutto arriva in fretta. Da stare tranquillo nelle categorie inferiori a debuttare al Camp Nou e avere tutti che parlano di te. Non è facile centrarsi, ma l'importare è fare le cose bene perché in questi primi anni ti giochi il futuro. Mi sarebbe piaciuto essere stato a 18 anni il giocatore che sono ora, ma è complicato. Inizio a notare il peso dell'esperienza e che sono meglio ora di prima".

    GRAZIE MILAN - "Se devo a qualcuno la mia crescita? Ci sono stati molti allenatori che mi hanno dato qualcosa, però il mio trasferimento al Milan è stato il più felice. Lì mi sono sentito molto amato, mi sono goduto il giocare a calcio in maniera pazzesca. Dal primo momento mi è stato detto quello che volevano da me, hanno avuto grande fiducia nel mio modo di giocare e io ho aiutato un club così grande e bello. L'interesse di gennaio? E' sempre bello che si interessino club e per il Milan, come ho sempre detto, ho un apprezzamento speciale. Non chiudo la porta a un ritorno, ma sono concentrato sul Watford. Per ora".

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