Deulofeu a Udine, fra doppi passi e una bella dormita: l'analisi tattica FOTO
BENVENUTO IN SERIE A - Al suo ingresso in campo, centrocampisti e difensori hanno cominciato subito a servirlo in ampiezza. Paletta, Locatelli e Kucka soprattutto, provavano il cambio di gioco sui piedi dello spagnolo che, larghissimo, quasi a pestare il fallo laterale, aveva il compito di puntare il terzino friulano. E’ stato un repentino e naturale mutamento d’impostazione; mentre Bonaventura andava dentro il campo scambiandosi di frequente con Pasalic, Deulofeu, al contrario, sempre su indicazione di Montella, doveva restare alto e il più possibile aperto, consentendo così alla giovane mezzala croata di rifiatare o di inserirsi centralmente. Ecco però la situazione che Gerard si trovava ad affrontare non appena, ricevuto il pallone, cercava l’uno contro uno. Benvenuto in Serie A.
Questo è il suo primo tentativo, abortito perché puntualmente triplicato dalla copertura preventiva di Danilo e dal ripiegamento diligente di De Paul. Deulofeu non forzerà, si appoggerà dietro: è appena entrato, a freddo, senza riscaldamento, e pur essendo Faraoni malconcio e in procinto di uscire per infortunio, non arrischierà un dribbling altamente improbabile. Per non avere rotto il fiato, il primo tempo dello spagnolo tuttavia non sarà esaltante. Qualche sprazzo sì, come quello del 45’.
Qui sopra Angella e Danilo provano di nuovo a raddoppiare su di lui, ma stavolta il talento proveniente dall’Everton e con un passato in blaugrana mostra le sue doti: doppi passi, palla spostata a destra e rapida sterzata a puntare il fondo, in prossimità dell’area piccola. I due bianconeri restano inchiodati sul posto, peccato arrivi la lettura di Felipe, in questo caso intelligentissimo ad anticipare le intenzioni di Deulofeu. Palla in corner. Nella ripresa, però, lo spagnolo ha dato il meglio, specialmente nel primo quarto d’ora.
LA GIOCATA PREFERITA - E’ in quel lasso di tempo che si sono moltiplicate e manifestate molte delle sue giocate più tipiche. Oltre alle discese palla al piede verso il centro dell’area, da cui sono nati gli assist per Suso e per Bacca, Deulofeu ha affrontato di nuovo la situazione precedentemente analizzata. Stavolta però con successo, dal momento che Felipe, pur avendo fatto la stessa lettura, non è riuscito a scalare per tempo.
Superati puntualmente e nuovamente Angella e Danilo con una serie di doppi passi da applauso per estetica e funzionalità, Deulofeu raggiunge una zona del campo che gli vedrete attaccare spesso, quella delimitata dal lato corto dell’area piccola. Da lì lo spagnolo ama servire i compagni con passaggi semplici e diretti, dopo aver attirato su di sé diversi componenti della difesa avversaria. Può farlo a sinistra come a destra, l’efficacia è quasi la stessa. A piede invertito, vale a dire dove ha giocato ieri, aumentano le soluzioni (e cresce così la sua imprevedibilità) poiché può scegliere di accentrarsi. Purtroppo per il Milan, in questo caso, nonostante i quattro uomini liberi, il pallone messo in mezzo non frutterà.
FASE DIFENSIVA - Ma veniamo al gol decisivo subito dal Milan, il 2-1. Prima di parlare delle responsabilità rossonere, che sono davvero tante e tutte concatenate, vorrei farvi notare da una parte le posizioni di Suso e Abate, dall’altra quella di Deulofeu. Suso, nel secondo tempo soprattutto, si accentrava per ricevere tra le linee, mentre Abate si alzava sulla fascia. L’ex giocatore dell’Everton invece, tendeva a rimanere alto, largo. Con l’ingresso in campo di Vangioni, tuttavia, proverà anche lui a muoversi senza successo in orizzontale, spostandosi verso il centro del capo. Anche per questo, forse, dopo il raddoppio bianconero uscirà un po’ dalla partita per poi rientrarvi nel finale. Dunque parliamo del gol. Deulofeu ha qualche responsabilità? E chi non ce l’ ha in questo gol così assurdo? Mentre si appresta ad entrare Vangioni per De Sciglio infortunato, in inferiorità numerica Kucka decide di non passarla semplice ad Abate, ma di forzare per Suso, che non ci arriva; allora l’Udinese riparte, e dalla difesa pescano Thereau, molto abile nel liberarsi di Paletta, salito avventatamente in pressing su di lui. Il contropiede è innescato. Guardate ora l’atteggiamento di Deulofeu rispetto a Pasalic e Locatelli: non percepisce il pericolo. Si trattava di scalare per una, due azioni massimo, giusto il tempo che entrasse un terzino di ruolo a marcare De Paul rimasto solo (De Paul segnerà in questa occasione). Si diceva che il limite di Deulofeu sono le distrazioni in fase difensiva? Ecco un esempio, una bella dormita. A sua discolpa va però aggiunto che è un classe 94 (come Berardi, per intenderci..) e che questa ingenuità qui, resta comunque un’ingenuità collettiva.