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    Arbitri nella bufera: ecco la soluzione di Dotto a CM

    Arbitri nella bufera: ecco la soluzione di Dotto a CM

    • Alessandro Salvatico
    Tra le più stimate firme del giornalismo italiano, Matteo Dotto ha messo il suo talento al servizio dello sport nelle molte esperienze di una carriera multiforme, duttile, tra giornali e tv, Olimpiadi e Champions League, Italia e Sudamerica. Attualmente è fra gli autori della fortunata trasmissione “Tiki Taka”, condotta da Pierluigi Pardo su Italia 1. Con lui abbiamo parlato di questioni arbitrali, aspetto del calcio di cui egli è notoriamente grande esperto, e di una sua immarcescibile passione: il Toro.


    Matteo Dotto, fra 48 ore c'è la partita contro la Sampdoria, ma qui a Torino non ci pensa nessuno: la testa di tutti è rimasta al derby, nei pensieri di giorno, negli incubi la notte.
    "La partita è stata condizionata in maniera decisiva dagli errori dell'arbitro, inutile nasconderlo. Diciamo che Nicola Rizzoli ha vissuto una serata infelice; capita ai giocatori, può capitare anche agli arbitri. Ed è innegabile – non diciamo di no – che sia accaduto a lui in occasione del derby".

    Quali gli episodi determinanti, e quali i più gravi?
    "Ovviamente salta agli occhi e alla mente quello del rigore, anche se in realtà può capitare che un arbitro non veda o veda male; in quel caso però il direttore di gara avrebbe dovuto essere aiutato dal giudice di porta, quel Calvarese che già non vanta precedenti particolarmente felici con il Torino, e invece questo non è avvenuto. In ordine di gravità, però, senz'altro al primo posto c'è la mancata espulsione di Vidal".

    Stupisce vieppiù perchè l'arbitro non sembrava appannato o confuso, stava vedendo tutto sommato bene.
    "Sì, anche se c'è da dire che la partita non stava presentando particolari difficoltà; però sì, fino al momento degli episodi riguardanti Vidal si era ben comportato. Dopodichè, si può eventualmente comprendere che non abbia voluto punire la reazione con gestaccio, da parte di Vidal, togliendo un giocatore dal campo dopo meno di un quarto d'ora di gioco. Ma la mancata sanzione sul fallo di mano, a fine primo tempo, quella sì è grave".

    In una scoppiettante puntata di Tiki Taka, lunedì sera, Mario Giordano ha parlato di 'malafede'.
    "Non posso pensarla così, e non concordo nemmeno con chi giudica “scarso” Rizzoli: secondo me è un bravo arbitro che, ripeto, ha vissuto una serata no. Ha mancato in personalità? Probabilmente".

    Tornando ai giudici di porta: dopo alcuni anni di sperimentazione, e due di effettivo utilizzo in Serie A, che bilancio di questa innovazione trae un esperto osservatore?
    "La figura degli arbitri addizionali avrebbe potuto e tuttora potrebbe rappresentare un aiuto interessante alla direzione di una gara, ma non così come viene utilizzata adesso. Io credo che acquisterebbe un senso e un'utilità maggiori se si facesse ricorso alle terne fisse: ogni arbitro assistito sempre dai medesimi due giudici d'area. Le terne fisse sono state una realtà fino alla metà degli anni '80; se non creassero problemi organizzativi, le ristabilirei comprendendovi queste nuove figure".

    Quali sono le dinamiche che oggi rendono poco proficua questa organizzazione?
    "Le variabili sono tante, può accadere che un arbitro molto esperto, magari internazionale, non sia troppo propenso ad appoggiarsi a un giudice di porta giovane e quasi novellino, e viceversa un fischietto inesperto si può sentire intimorito dalla presenza di un grosso nome; le terne fisse accrescerebbero anche l'affinità interna ad un gruppo di lavoro".

    Tornando al derby, ma parlando finalmente di calcio, lei è tra i cuori granata soddisfatti per aver messo in difficoltà la Juventus, o esasperati per l'ennesima sconfitta?
    "I grandi numeri in effetti ci dicono di 19 anni senza un successo, e questo è indubbiamente un peso. In questa occasione in particolare mi aspettavo forse una partita un po' più “da Toro”. La Juventus è senz'altro la più forte in Italia ma non stava e non sta attraversando un periodo di grande brillantezza; veniva da un pareggio subìto in rimonta a Verona dove pochi giorni dopo il Torino ha vinto piuttosto nettamente, e pure in settimana, contro il Trabzonspor, non aveva impressionato particolarmente; c'era l'idea che si potesse provare a fare qualcosa in più".

    In cosa ha mancato, la squadra di Ventura?
    "Probabilmente in attacco, dove ha osato poco. E' stata comunque una partita bruttina, entrambi i portieri non hanno dovuto compiere interventi importanti; e queste gare vengono decise dagli episodi. Basti pensare a Bovo, che ha controllato bene Tevez in tutte le occasioni al limite dell'area per tutti e 90 i minuti, salvo in quell'occasione, dove pure l'argentino ha calciato come meglio non si poteva".

    Ora c'è la Sampdoria; in questa stagione il Torino ha sempre reagito alla grande alle sconfitte, lo farà anche stavolta?
    "Lo spero, anche se il derby non è certo stata una partita come le altre, è stato molto sentito, e temo in un po' di contraccolpo. La Sampdoria poi è allenata da quel Mihajlovic che a me piace molto: sta ottenendo grandi risultati in rapporto ad una rosa tutto sommato piuttosto modesta, trasmette il suo carattere ai giocatori; sarà dura".

    Qual è l'obiettivo realistico cui può ambire questo Toro?
    "L'Europa di cui si parla tanto è sicuramente una possibilità ma non deve diventare un'ossessione; se arrivasse, tanto meglio, ma il traguardo che ci si era posti a inizio stagione era il raggiungimento della metà sinistra della classifica. I 40 punti direi che sono praticamente una pratica archiviata, io mi limito a sperare di farne un po' di più, per una volta, che sia Europa o meno. Proviamo intanto ad arrampicarci a quota 50, per vedere l'effetto che fa".

    Con l'Europa comunque a portata di mano, a gennaio, Cairo non avrebbe potuto provare ad acchiapparla con un paio di investimenti mirati?
    "E' stata probabilmente un'occasione mancata. Penso che a questa squadra sarebbe servito un attaccante di riserva, per poter dare occasionalmente il cambio a Cerci e Immobile senza che queste eventuali assenze pesassero troppo; i numeri dicono che a fronte dei 24 gol dei due titolri ci sono Larrondo, Barreto e Meggiorini che in tre, non hanno ancora centrato la porta. Gli ultimi due credo abbiano concluso la loro esperienza con il Toro. Sì, sarebbe servita un'altra punta; non è arrivata, speriamo in estate la proprietà provveda per il meglio". 
     

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