Denis Bergamini 25 anni dopo
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Caro Direttore Xavier Jacobelli,
Come è noto prima o poi i muri di gomma vengono squarciati e conosciamo cosa c'è dietro a quella sagoma indefinita.
Sono passati 25 anni e oggi tutti sappiamo chi fosse Donato Bergamini, ex giocatore del Cosenza, rimasto ucciso in circostanze ancora da chiarire.
Ho scritto ucciso perché la vecchia tesi presentata all'epoca dei fatti di quel 18 novembre 1989 è stata frantumata dalla ferrea perseveranza della famiglia Bergamini.
Donata, Domizio e Maria hanno sete di verità e di giustizia, vogliono sapere chi ha tolto loro la gioia di passare del tempo con Denis, così come lo chiamavano tutti.
È una vicenda dai risvolti oscuri, di cui se ne occupó per primo a livello mediatico Carlo Petrini in un suo libro e leggendolo vengono veramente i brividi soprattutto per una testimonianza che si trova nell'ultima parte del libro stesso.
Ho ancora scolpito nella mente il giorno in cui alla trasmissione di Rai 3 "Chi l'ha visto?" si presentò Donata Bergamini con l'orologio e le scarpe che Denis indossava il giorno della sua scomparsa, ma quando un mese fa la Gazzetta dello Sport pubblicó una foto dello stesso Denis disteso esanime all'obitorio ci siamo resi conto di quante bugie siano state pronunciate in questi anni.
Già nel 1990 l'autopsia smontó la tesi del suicidio raccontato da 2 testimoni presenti quella sera sulla statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, ma il caso venne archiviato.
A breve però la procura di Castrovillari si pronuncerà in merito dopo aver riaperto il caso, stavolta con l'ipotesi di omicidio volontario.
Denis in un'intervista dichiaró che amava vivere, questo vale molto più dei silenzi che circondano questa triste storia.
Alessandro Chiari