Demetrio Albertini a 360°: Mondiale ’94, Milan e Messi
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MILAN - "Mi viene la pelle d’oca perché il Milan è stata la mia seconda famiglia. Non penso solo ai risultati, ai tifosi, ma parlo di famiglia perché mi ha fatto crescere. Io firmo il primo cartellino al Milan a 10 anni, appena finita la quinta elementare, e ne esco a 32/33 anni. Ho vissuto quindi a braccetto con le persone e i valori che compongono la società per tantissime fasi della mia vita. Mi porto le vittorie, alcune rinunce – non sacrifici perché li ho sempre fatti con il cuore. La partita d’addio racchiude bene ciò che sono stato nello spogliatoio. C’erano otto Palloni d’Oro in campo e 45000 persone allo stadio. In quel momento, Van Basten viene da me in mezzo al campo e mi dice: “Demetrio, solo tu potevi raggrupparci tutti qui”. In campo vinci ma insieme agli altri, nello spogliatoio sei te stesso”. Albertini è stato anche uno dei calciatori presenti ai Mondiali del 1994, era il più giovane di quel gruppo e ha segnato un rigore nella finale di Pasadena. Durante l'intervista ha ricordato anche quei momenti.
MONDIALE 1994 - “Ero il più giovane, perché ero nato nel secondo semestre del mese, mentre Dino Baggio era nato nel primo. Avevo 22 anni ed è stata un’esperienza meravigliosa. Tirare il calcio di rigore, nel vissuto comune, è un gesto molto facile: lì, però, devi gestire l’emotività, più che calcolare il gesto tecnico. E le emozioni in una finale mondiale non le puoi preparare, dato che capita molto raramente di tirare un rigore così importante. Ci sono volute incoscienza, dovuta anche all’età, e consapevolezza, perché quando sai di aver fatto tutto nel modo giusto, vai con serenità a calciare nel modo corretto”.
Tutte le dichiarazioni di Albertini, comprese quelle sul Milan e sulla Nazionale, solo su Numero Diez.