AFP via Getty Images
Degni di Diego al Maradona: una serata che entrerà nella storia del Napoli. Klopp non ci ha capito nulla
UN URAGANO - La squadra di Spalletti è entrata in partita come una furia, sorprendendo l’incerto Liverpool. I debuttanti in Champions erano gli azzurri (dieci fra titolari e panchinari), gli esperti erano i Reds ma la differenza si è capovolta. Meno di un minuto e palo esterno di Osimhen su lancio in profondità di Di Lorenzo. Ecco, Klopp avrebbe dovuto capire subito come avrebbero giocato i suoi avversari, andando a cercare lo spazio alle spalle della sua difesa, dove lo stralunato Gomez era già stato preso di mira. Quattro minuti e palla-gol di Zielinski, con tiro deviato da Milner con una mano. Rigore solare, ma è mancato il primo giallo a Milner. Dal dischetto 1-0 di Zielinski. Il Liverpool ha accusato subito il colpo, in Champions stava portando tutti i problemi già mostrati in Premier. Molle e involuto, quando le squadre di Klopp sono sempre l’esatto contrario.
LA FURIA DEL NAPOLI - Nella squadra di Spalletti stava funzionando tutto: giocate di qualità, uscite rapide ed efficaci sugli esterni con Politano e Kvaratskhelia, guida sicura con Lobotka (imprendibile per Fabinho), aggressività potente (con aggiunta di tecnica come vedremo in occasione del 2-0) di Anguissa e la qualità di Zielinski. Il Napolo giocava con personalità e scioltezza, dava sempre l’idea di essere sicuro. Dietro, Rrahmani e Kim erano facilitati dall’insolita imprecisione di Salah, dall’insolita vaghezza di Firmino e dall’insolita emarginazione di Diaz. Al 10', ammonito Milner per un fallo su Anguissa: sarebbe stato il secondo giallo se Cerro Del Grande avesse preso il provvedimento giusto in occasione del rigore. Altri 7 minuti e altro rigore per un fallo netto di Van Dijk su Osimhen, che però dal dischetto si è fatto parare il tiro da Alisson, mentre la ribattuta di Di Lorenzo è finita alta.
IL 2-0 DI ANGUISSA - La partita era chiarissima, ma il Liverpool non l’ha proprio capita. Il Napoli si difendeva con ordine, senza mai un filo di affanno e ripartiva come una fucilata. Dieci minuti dopo il rigore sbagliato, occasione ancora più clamorosa creata da Osimhen che ha soffiato la palla allo stordito Gomez, assist a porta spalancata per Kvaratskhelia ma tiro cacciato fuori di porta dalla respinta di Van Dijk. E’ sembrato che il Liverpool, scampato il secondo clamoroso pericolo, cominciasse a tirarsi su. Invece il Napoli, con una cattiveria da grande squadra, da squadra da Champions, l’ha punito ancora. Stavolta è stato Kvaratskhelia a portare via la palla al solito Gomez, tocco per Anguissa, triangolo spettacolare con Zielinski e Alisson battuto sul suo palo.
IL 3-0 DI SIMEONE - Si è fatto male Osimhen (appena recuperato da un problema muscolare) e Spalletti ha preso la decisione giusta: non Raspadori ma un combattente come Simeone. Il Napoli non si è fermato e Kvaratskhelia, una belva scatenata, ha saltato di nuovo Gomez, e mentre Van Dijk non si è preoccupato di coprire la zona, proprio Simeone ha spedito la palla in rete. Il Maradona impazzito, il Cholito in lacrime: anche suo padre Diego aveva segnato con l’Atletico Madrid (una doppietta, addirittura) all’esordio in Champions contro la Steaua.
IL 4-0 DI ZIELINSKI - Nell’intervallo Klopp ha tolto il disastrosissimo Gomez per mettere Matip, ma sono bastati altri due minuti per la doppietta di Zielinski in fondo a un’azione iniziata da Anguissa, rifinita da Simeone, conclusa la prima volta dal biondo polacco su Alisson e poi ripresa dallo stesso Zielinski con un terribile scavetto. L’ultima volta in cui i Reds avevano preso 4 gol in Europa era stato contro un’altra squadra italiana, la Roma il 2 maggio 2018. Sul 4-0 c’è stato un attimo di cedimento e Diaz ha segnato il primo gol del Liverpool con un “piazzato” dal limite dell’area. Era arrivato per il Napoli il momento di soffrire, Spalletti lo ha capito e ha cambiato gli esterni, con Zerbin e Lozano al posto di Kvaratskhelia (che aveva appena fatto una sgroppata di 70 metri palla al piede) e di Politano. Il tecnico voleva reggere la spinta, sempre più incessante, di Alexander-Arnold e di Robertson.
ATTACCHI NUOVI - Come Spalletti aveva cambiato tutto l’attacco, così ha fatto Klopp poco dopo togliendo Salah e Firmino (spenti tutt’e due) per far entrare Diogo Jota e Nunez. Del trio offensivo dei Reds è rimasto solo Luis Diaz, l’unico nella ripresa a combinare qualcosa di decente, gol a parte. Ma se devi segnare tre gol in mezz’ora per pareggiare e togli Salah, vuol dire che la situazione è grave, molto grave. L’ultimo cambio di Klopp è stato il debutto dell’ex bianconero Arthur: il suo esordio con i Reds in Champions gli avrà ricordato i tempi tristi della Juventus...
Napoli-Liverpool 4-1 (primo tempo 3-0)
Marcatori: 5' p.t. (r) 2' s.t. Zielinski (N), 31' p.t. Anguissa (N), 44' p.t. Simeone (N), 4' s.t. Luis Diaz (L).
Assist: 31' p.t. Zielinski (N), 44' p.t. Kvaratskhelia (N).
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera (29' s.t. Mario Rui); Anguissa, Lobotka, Zielinski (29' s.t. Elmas); Politano (12' s.t. Lozano), Osimhen (41' p.t. Simeone), Kvaratskhelia (12' s.t. Zerbin). All. Spalletti.
LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Gomez, van Dijk, Robertson; Elliot (29' s.t. Arthur), Milner (17' s.t. Thiago), Fabinho, Elliott; Salah (17' s.t. Jota), Firmino (17' s.t. Nunez), Luis Diaz. All. Klopp.
Arbitro: Del Cerro Grande (Spagna).
Ammoniti: 10' p.t. Milner (L), 18' p.t. van DIjk (L),
Espulsi: -