Del Piero si offre al Milan: 'Berlusconi, sono libero'
"Berlusconi, se mi vuole sono ancora qui". Tra il serio e il faceto, Alessandro Del Piero si offre al Milan, dove nel 2010 il presidente rossonero lo invitò pubblicamente a chiudere la carriera. L'ex capitano della Juventus ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Provò a prendermi già nel 1992, prima del mio passaggio alla Juve. Ma Agradi, d.s. del Padova, chiese molti soldi e si inserì la Juve. Però a Berlusconi dico una cosa: adesso sono free agent, se mi vuole ancora sono qui... Scherzi a parte, sono felice della sua stima. Per il calcio e per il Milan, Berlusconi è stato importantissimo. Ha scelto le persone giuste insieme al suo staff e ha trasmesso una mentalità innovativa. Il Milan di Sacchi era il riferimento per tutti, c'era in ognuno la netta consapevolezza che avesse cambiato il calcio. La squadra era cortissima, organizzatissima. Aveva una forza straordinaria. I tre olandesi sembravano adulti contro bambini".
FUTURO - "Non è una decisione semplice. Sto valutando alcune proposte sia calcistiche sia extra. Ci vorrà qualche settimana. Ma se arrivassero una proposta convincente e una soluzione ideale, giocherei un altro anno".
JUVE-MILAN - "C'è una sana rivalità sportiva, un po' come quella tra Federer e Nadal nel tennis: voglia di vincere e di battersi, ma sempre con grande rispetto. Chi ha la più bella collezione di fuoriclasse? Come faccio a scegliere, ce n'è per tutti i gusti. Di sicuro mi sarebbe piaciuto giocare con alcuni dei campioni rossoneri, per fortuna in Nazionale ci sono riuscito. Sarebbe stato bellissimo fare coppia con Van Basten, per la classe che aveva e il modo in cui interpretava il ruolo di centravanti. La Coppa dei Campioni/Champions League è maledetta per la Juve. Nessun tifoso è orgoglioso della vittoria del 1985 (all'Heysel contro il Liverpool, ndr) e anche per questo ha assunto ancor più valore il successo del 1996. Le altre tre finali perse in seguito si potevamo anche vincere. Leggo critiche alla Roma, ma la realtà è che la Juve sta facendo un altro campionato straordinario".
AL TELEFONO CON L'AVVOCATO - "Era il 1994, il mio primo Juve-Milan. Stavo facendo il riscaldamento con i compagni, ero concentratissimo: titolare a 19 anni... A un certo punto sento: 'Ale, Ale, corri, vieni qui'. Io non capisco cosa stia succedendo. 'C'è l'Avvocato Agnelli al telefono per te'. Cado dalle nuvole e prendo la cornetta. 'Buongiorno Del Piero, tutto bene? Volevo solo sapere come si sente, salutarla prima della partita e farle lin bocca al lupo'. Poi perdemmo 1-0, gol di Eranio. Ma resta una giornata speciale'.
INZAGHI INVECCHIATO - "Pippo lo vedo un filo invecchiato. Ma è normale, in Italia è complicato fare gli allenatori. Bisogna relazionarsi con molte persone, portare avanti con forza le proprie idee. Non è semplice, soprattutto al Milan che ha esigenze di vincere. La squadra rossonera è in ricostruzione, come l'Inter, però fa scalpore vederli lontano in classifica. Come finirà sabato? 2-1 per la Juve".
POGBA SUL MERCATO - "Il tifoso non rinuncia ai suoi campioni, quindi terrei Pogba. Anche perché è bravo, si comporta bene e quindi ci si affeziona a lui. E poi le due situazioni sono imparagonabili: adesso sarebbe più difficile reinvestire 100 milioni di euro con la stessa efficacia con la quale fu sostituito Zidane, che in quel momento era il più forte del mondo".