Del Neri:| Vita da acchiappafantasmi
I fantasmi. Sono l'eredità della vecchia Juve che è passata nella nuova anche perché molti uomini sono gli stessi ed è trascorso poco per resettare le abitudini. In un mese e mezzo Del Neri ha constatato che la situazione è peggiore del previsto: i difetti e le paure che affondarono gli juventini ben più della loro modestia tecnica sono difficili da sradicare.
Primo fantasma. Nell'ultima stagione i crolli erano improvvisi e inarrestabili. Preso un gol, la difesa (e non solo quella) andava in confusione compromettendo la partita. Gli errori erano quasi sempre gli stessi e si ripetevano: sbagli di posizione, distrazioni incredibili sulle palle inattive. Contro lo Sturm, la Juve ha preso un gol su calcio da fermo e quasi subito ha lasciato agli austriaci un paio di palle gol con la difesa spiazzata.
Secondo fantasma. Del Neri si è arrabbiato parecchio per il modo in cui difensori e centrocampisti tendono a lanciare pallonacci lunghi e poco intelligenti. È un'abitudine dalla quale è stato contagiato persino Bonucci, che l'anno scorso stava nel Bari, dove invece si puntava sul fraseggio a partire dalla difesa. La nuova Juve deve impostare facendo circolare la palla per aprire gli spazi sulle fasce: finora ci riesce poco. In più c'è il limite degli esterni che faticano a saltare l'uomo in dribbling per cui arrivano poco al cross.
Il terzo fantasma è la mancanza di coraggio e su questo Del Neri ha insistito nel dopopartita: "Bisogna osare e non limitarsi a fare le cose elementari per paura di sbagliare".