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    Déjà vu Rebic, c'è da rincorrere come un anno fa: il Milan ha bisogno della sua unicità

    Déjà vu Rebic, c'è da rincorrere come un anno fa: il Milan ha bisogno della sua unicità

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    Un anno fa aveva collezionato 3 presenze nelle prime 5 di campionato. Ora 3 nelle prime 6. E' un déjà vu quello di Ante Rebic. L'attaccante del Milan l'anno scorso era arrivato a Milano dopo un'estate di bronci, incomprensioni e tensioni con l'Eintracht Francoforte, portandosi dietro una certa dose di negatività che ha caratterizzato, e non poco, la prima metà della sua stagione. Se, quindi, la scorsa estate era colpa anche del croato vicecampione del mondo, quest'anno c'entra solo la sfortuna. La sostanza, comunque, non cambia: c'è da rincorrere. 

    LA RINCORSA - Doveva rincorrere l'anno scorso, deve rincorrere quest'anno: nel 4-3-3 non trovò mai la sua giusta dimensione, dopo il lockdown nel 4-2-3-1 iniziò a volare; ora il modulo è lo stesso, è cambiato solo un interprete: a causa di quella sublussazione al gomito, a sinistra c'è Rafael Leao, che sta trovando continuità di prestazioni in quel ruolo. Eppure, per il suo modo di intendere il ruolo, Rebic è unico. 

    LA VERA PUNTA - Leao segna, ma quando gioca centravanti, al posto di Ibra. Non da esterno, dove invece confeziona assist. Rebic no, Rebic fa gol, paradossalmente, più da ala che non da prima punta: nessuno come lui sa sfruttare gli spazi che Ibra sa creare con il suo movimento. E anche per questo il Milan ha bisogno di lui: corsa sulla sinistra, fatica, ripiegamenti in soccorso di Theo Hernandez, ma anche riempimento dell'area di rigore. Lì dove si decidono le partite. Lì dove Rebic ha dimostrato di saperci stare. Partendo da sinistra.

    @AngeTaglieri88

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