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Decreto Crescita addio: da gennaio stop ai benefici, mossa disperata della Serie A per far cambiare idea al governo
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COME FUNZIONAVA IN ORIGINE - Approvato nel 2019 e introdotto nel 2020, permetteva a tutti i lavoratori che entravano o rientravano in Italia dopo almeno due anni di assenza e che trasferivano qui la propria residenza fiscale per almeno la maggiorparte di 2 anni fiscali di ottenere una riduzione del 50% dei contributi irpef da versare allo stato e addirittura del 75% in caso di approdo in una regione del Mezzogiorno.
LA PRIMA REVISIONE - Una mossa che ha consentito di portare in Italia grandissime eccellenze e che per quanto riguarda il calcio, è stato fin troppo utilizzato anche a livello giovanile dove a farne le spese, spesso, sono stati i nostri ragazzi. Per questo soltanto un anno fa arrivò la prima modifica: i vantaggi potevano essere utilizzati per il mondo del pallone soltanto per stipendi superiori a 1 milione di euro annuo (cifre che difficilmente si vedono a livello giovanile).
LA MOSSA DISPERATA DELLA SERIE A - Da quando la Finanziaria 2024 è stata annunciata e fino alla prossima approvazione nelle aule di Senato e Parlamento, la Lega Serie A ha provato tramite i suoi rappresentati e tramite il Senatore e presidente della Lazio, Claudio Lotito, a far cambiare idea all'esecutivo che però ha scelto di mantenere la linea dura inserendo il testo originale che abroga la precedente e legge e annulla tutti i vantaggi fiscali a partire dal 1 gennaio 2024, fatto salvo i contratti in essere. La Serie A farà un ultimo tentativo fornendo, numeri alla mano, dati e statistiche che confermano l'importanza quasi fondamentale di questi vantaggi che si ripercuotono a cascata anche sui giovani italiani che il governo sta provando a salvaguardare (nonché sull'Erario che oggi vanta introiti scontati sì, ma da contratti iper-milionari che saranno difficilmente sostenibili in futuro dai club).
E DA GENNAIO? - Cosa cambierà quindi dal 1 gennaio 2024? I lavoratori entranti o rientranti in Italia non godranno di alcun beneficio fiscale e saranno equiparati a tutti gli altri. Per fare un esempio pratico, se oggi uno stipendio netto da 10 milioni di euro con i vantaggi del decreto crescita costava al lordo 15 o addirittura 12,5 milioni di euro (in caso di residenza al sud), da gennaio costerà 20 milioni di euro lordi per tutti, che si sia già residenti in Italia o che si entri o rientri nel paese dall'estero. E il discorso varrà anche per tutti i nuovi contratti firmati, (ad esempio i rinnovi) anche di coloro che, fino ad oggi, hanno usufruito della fiscalità agevolata.