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Deco ds del Barcellona: come la mettiamo col conflitto d'interessi? Infantino e Ceferin, nulla da dire?
Rimarrebbe da risolvere una questione non da poco: Deco è un agente di calciatori, ruolo incompatibile con una posizione dirigenziale in una società di calcio, tanto più se quella posizione riguarda proprio la gestione del calciomercato. Per questo motivo il brasiliano naturalizzato portoghese è stato invitato a liberarsi formalmente del ruolo. Ma ciò basterebbe davvero per eliminare dal campo un clamoroso conflitto d'interessi?
In realtà la situazione è molto più complessa, anche perché nel mondo degli agenti Deco non è un soggetto qualsiasi. Anzi, in questi anni si è trovato al centro di un intreccio molto promiscuo fra calcio e finanza offshore, che dimostra quanto inefficace sia stata la messa al bando delle third party ownership (TPO) resa effettiva dalla Fifa a partire dal 1° maggio 2015. Un soggetto così può essere direttore sportivo di un club calcistico? Soprattutto: è ammissibile che lo faccia in un club del massimo livello globale come il Barcellona?
ALLIEVO DI JORGE MENDES – Bisogna partire da un dato di fatto: Deco conosce benissimo le TPO perché a sua volta è stato una TPO. E lo è stato sotto la guida del super-agente che in materia di terze parti potrebbe tenere lezioni di master: Jorge Mendes. Fu il boss di Gestifute a pilotarne il passaggio al Porto, che in quel momento era il suo club di riferimento, quando nel 1998 il giovane centrocampista brasiliano venne lasciato inopinatamente libero dal Benfica che lo cedette gratis all'Alverca. Da lì il calciatore andò al Salgueiros, la terza squadra di Oporto che all'epoca era un pascolo privato di Mendes, quindi passò al Porto per una cifra mai chiaramente annunciata ma che secondo indiscrezioni della stampa dell'epoca ammonterebbe all'equivalente di 100mila euro (al tempo circolava ancora la moneta nazionale, l'escudo). Ma come si venne a sapere in seguito i diritti economici del calciatore non erano completamente nelle mani dei Dragões. Il 50% era infatti di Mendes per motivi che soltanto l'eterno presidente portista Pinto da Costa potrebbe spiegare. E a se a qualcuno fossero rimasti dubbi, provvidero i comunicati ufficiali emessi dal Porto nell'estate del 2003, e tuttora disponibili nel sito della Comissão do Mercado de Valores Mobiliários (CMVM, la Consob portoghese) per chiarire la situazione.
Il comunicato emesso il 28 luglio informava che il Porto comprava da Gestifute il 20% dei diritti economici di Deco, arrivando così a possederne il 70%, in cambio di 2,25 milioni di euro e del 5% dei diritti di Paulo Ferreira e Ricardo Carvalho (che, va ricordato, nell'estate successiva passeranno al Chelsea assieme a José Mourinho, altro cliente di Jorge Mendes). Passò soltanto una settimana e il 4 agosto il Porto annunciava di avere comprato da Gestifute un altro 15% dei diritti di Deco, arrivando così a possederne l'85%, in cambio di 1,25 milioni di euro e del 10% dei diritti di Benny McCarthy. Dunque nel giro di una settimana Deco venne ceduto a tocchi, con Jorge Mendes che portò a casa 3,5 milioni di euro e quote dei diritti economici di tre calciatori del Porto. Inoltre il boss di Gestifute mantenne un 15% sul calciatore, che si presume abbia monetizzato quando nell'estate successiva Deco venne ceduto al Barcellona (proprio il club di cui sta per diventare direttore sportivo), trovando modo di piazzare nell'affare anche un altro calciatore all'epoca appartenente alla scuderia Gestifute: Ricardo Quaresma.
Da tutto ciò deduciamo due cose: Deco conosce bene le TPO, essendo stato lui una TPO vivente; Deco è, dopo Cristiano Ronaldo, la creatura meglio riuscita di Jorge Mendes. Rispetto a quest'ultimo punto, possiamo dire tranquillamente che se si guarda al post-carriera e non soltanto alla carriera agonistica, allora Deco è certamente l'allievo favorito del maestro. Infatti, appena il tempo di appendere le scarpe al chiodo, l'ex centrocampista di Porto, Barcellona e Chelsea ha intrapreso la carriera di agente sotto l'ala di Mendes vedendosi assegnare la guida della filiale brasiliana di Gestifute.
METTERE LE MANI SU UN CLUB – Poco a poco Deco cresce. Dall'essere sotto l'ala protettrice di Jorge Mendes passa a essergli di fianco, poi sempre più autonomo. Il ruolo di fiduciario brasiliano di Gestifute gli sta molto stretto, dunque comincia a muoversi in proprio. Fonda la D20 Sports (http://www.d20sports.com/en/), società con sede operativa a Oporto, come la Gestifute di Mendes, e sede fiscale nella più permissiva Irlanda, anche in questo caso come la Gestifute International di Mendes. Entrambe le società irlandesi hanno iscritto nell'organigramma, col ruolo di direttore, l'avvocato Andy Quinn, esperto in diritto societario e fiscale che per Gestifute ha operato anche in qualità di agente, come dimostra l'elenco 2019 degli agenti abilitati a operare in Italia presente sul sito della Figc.
Ma nel mettere a frutto gli insegnamenti del maestro, Deco va oltre: prova a piantare radici nei club, una soluzione che gli permetterebbe di aggirare il divieto posto dalla Fifa alle formule di TPO. In Portogallo gli tocca puntare su club di seconda fascia, poiché quelli di prima (Benfica, Porto, Sporting Portugal, più lo Sporting Braga che ormai è stabilmente a ridosso dei tre big) sono roba del capo. Dunque il bersaglio naturale è il Vitória Guimarães, la cui SAD (Sociedade Anónima Desportiva, una struttura di società per azioni che nel diritto societario iberico è stata delineata appositamente per le società sportive) viene infatti indicata come possibile oggetto di un investimento da parte dell'ex centrocampista. Il progetto non va a conclusione, e anzi dopo il cambio di presidenza del Vitória è partita pure una denuncia per insolvenza verso il club, successivamente lasciata cadere.
In Brasile l'ex centrocampista costruisce un rapporto molto stretto col Mirassol, club delle categorie inferiori dal quale transitano molti suoi clienti. Alcune fonti di stampa parlano esplicitamente di “investimento”, per un rapporto che adesso risulta sciolto ma che fino a quando è durato ha dato molti frutti per la D20. Poi c'è stato il tentativo di acquisire l'Oliveirense. E qui va aperto un altro capitolo.
QUELLA MISTERIOSA PANTERA – L'operazione col club di Oliveira de Azeméis, che attualmente milita nella Serie B portoghese, pare molto vicina a realizzarsi. Alla fine sfuma anche quella, ma rimane un'informazione molto interessante relativa al soggetto che avrebbe dovuto comprare la SAD del club indicando Deco come proprio rappresentante. È un fondo denominato Panther Sports Enterprises. Si tratta di un soggetto cui fanno capo due società iscritte alla Companies House britannica. Uno è Panther Sports Enterprises Limited, che funge da braccio operativo e fa capo a Panther Sports Enterprises CO LLP. Quest'ultima ha una composizione societaria che è il fior fiore dell'offshoring. Ne fanno, o ne hanno fatto parte, oltre alla Panther Limited, soltanto persone giuridiche con sede legale in paradisi fiscali: Blue Compass Limited e la Gabraz Sports Investments Limited registrate entrambe presso le Isole Vergini Britanniche, la Dag Investments Limited registrata a Hong Kong (uscita dalla compagine societaria a aprile 2022), e la YC Ventures Limited registrata a Dubai (uscita nel 2016 dopo solo un anno di permanenza nei ranghi).
Ma le informazioni più interessanti si ricavano dalla lettura dei bilanci annuali. Quello chiuso il 31 dicembre 2020 offre informazioni molto interessanti. L'immagine che riproduciamo mostra esplicitamente una lista di calciatori di cui sono detenuti quote dei diritti economici. Lo dice anche il titolo del paragrafo: “Participation in economic rights”. Molti fra questi sono gestiti dalla D20.
Nella lista dei calciatori sotto controllo del fondo presentata nel bilancio 2018 viene menzionato Raphael Dias Belloli. Che sarebbe Raphinha, cliente di D20 e calciatore del Barcellona che fra qualche giorno potrebbe trovare il suo agente come direttore sportivo.
Molto interessante è anche la rubrica che riguarda i crediti vantati presso club. Lì troviamo i nomi del Mirassol, del Vitória Guimarães e del Paços de Ferreira. I due club portoghesi sono accomunati dalla traiettoria di Welthon Fiel Sampaio, calciatore che nel frattempo si è inabissato nelle categorie inferiori brasiliane, ma che ai due club continua a costare in termini di prestito contratto con Panther e relativi interessi.
Altrettanto rilevanti le informazioni presenti nella pagina successiva, alla voce “Creditori”. Vi si trova la D20 Sports Management, per la cifra simbolica di 1 euro, ma anche la DE20 Rapresentação e Assessoria Esportiva LTDA per la ben più rilevante somma di 225mila euro.
Per la cronaca, la De20 è un'altra società che fa capo a Deco, con sede legale in Brasile. Le poche pagine web rintracciabili, oltre a confermare la presenza dell'ex calciatore come socio, lasciano una mail di contatto intestata a Gestifute Brasil. L'ultimo bilancio di Panther Sports presente sul sito di Companies House, quello al 31 dicembre 2021, pone esplicitamente fra i creditori il nominativo Anderson Luís de Souza, sia pure per la poco rilevante cifra di 500 euro.
E poi c'è ovviamente l'ultimo bilancio della D20 Sports Management Limited, la società irlandese, che al 31 dicembre 2021 registra profitti per oltre 1,7 milioni di euro.
Questo è il quadro della situazione. E certo, dice che Deco dovrebbe lasciare il ruolo di agente per diventare direttore sportivo del Barça. Ma a noi la scelta del club blaugrana pare inopportuna a prescindere. Fifa e Uefa non hanno nulla da dire?
@pippoevai