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    Debacle Italia, non è colpa di Conte

    Debacle Italia, non è colpa di Conte

    • Giancarlo Padovan
    Pur non essendo propriamente un estimatore di Antonio Conte, né della prima, né della seconda ora (questioni comportamentali prima che tattiche), non me la sento di gettargli la croce addosso per la mezza disfatta dell'Italia al cospetto della Germania campione del mondo. Il 4-1 per gli avversari (reti di Kroos, Goetze, Muller e Ozil da una parte, di El Shaarawy dall’altra) è il peggior risultato dell’éra-Conte e rompe il tabù dei mancati successi dei tedeschi nei confronti degli azzurri. Non accadeva quasi da ventuno anni che gli riuscisse di batterci.

    Da parte mia è doveroso spiegare i motivi per cui non attacco il c.t. Un po' perché solo cinque giorni fa avevo lodato la prestazione degli azzurri contro la Spagna, campione d’Europa. Molto perché i giocatori messi in campo da Conte erano quelli che maggiormente avevano impressionato giovedì. Purtroppo non è colpa di nessuno se Thiago Motta, affiancato da Montolivo, ha mostrato tutti i suoi impacci. E non è colpa di Conte se la difesa si è aperta sconsideratamente tanto al centro quanto ai lati. Molto ci si attendeva dal tridente d'attacco: tra Zaza, Bernardeschi e Insigne il più continuo è stato il viola anche se non ha lasciato segni tangibili, nonostante qualche pregevole iniziativa.

    Ci si domanda: perché l'Italia non è riuscita a giocare? Prima di tutto perché le è mancato lo sviluppo laterale del gioco con Florenzi e Giaccherini, entrambi troppo timidi. In secondo luogo, perché in assenza di movimento e di profondità da parte delle punte, anche i centrocampisti - giá lenti di natura - tardavano nei passaggi filtranti. L’Italia perciò non ha potuto essere mai pericolosa se non nel finale, quando l'ingresso di El Shaarawy ha portato agilità e mobilitá dalla trequarti in su. Non è un caso che proprio il romanista abbia segnato l'1-4 e abbia fornito un assist pregevole ad Okaka.

    La sconfitta è oggettivamente pesante e il modo in cui è maturata è perfino peggiore. Sul 3-0 per i tedeschi, l’arbitro austriaco Drachta ha evitato l’espulsione di Buffon, colpevole di fallo da rigore e da ultimo uomo, per non infierire. Cose che accadono solo in amichevole, ma che non fanno piacere perché danno un senso di inadeguatezza totale. 

    La Germania è una Nazionale forte, ma non è né invincibile, né in brillanti condizioni di forma. Prova ne sia la sconfitta maturata a Berlino con l’Inghilterra (da 2-0 a 2-3) sabato sera e il secondo tempo della partita con l’Italia, piuttosto confuso e velleitario. Il problema, per Conte, è proprio questo: se una Nazionale non al top ci rifila quattro gol senza dannarsi l’anima, significa che la squadra vista giovedì con la Spagna si è squagliata.
     

    Molti - è un parere personale - non avevano nelle gambe due partite ravvicinate. Altri - mi riferisco ai difensori - hanno commesso errori imperdonabili. Tuttavia non me la sente nemmeno di lanciare un’emergenza-Nazionale: il prodotto del nostro calcio è esattamente questo. E scandalizzarsi non è sbagliato, ma inutile.

    Solo una serie di prestazioni senza sbavature e qualche colpo di fortuna ci possono consentire un campionato Europeo decoroso. Ma sarà dura fin dalla prima partita e con tutte le avversarie del girone.    
     

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