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Debacle Italia, non è colpa di Conte
Da parte mia è doveroso spiegare i motivi per cui non attacco il c.t. Un po' perché solo cinque giorni fa avevo lodato la prestazione degli azzurri contro la Spagna, campione d’Europa. Molto perché i giocatori messi in campo da Conte erano quelli che maggiormente avevano impressionato giovedì. Purtroppo non è colpa di nessuno se Thiago Motta, affiancato da Montolivo, ha mostrato tutti i suoi impacci. E non è colpa di Conte se la difesa si è aperta sconsideratamente tanto al centro quanto ai lati. Molto ci si attendeva dal tridente d'attacco: tra Zaza, Bernardeschi e Insigne il più continuo è stato il viola anche se non ha lasciato segni tangibili, nonostante qualche pregevole iniziativa.
Ci si domanda: perché l'Italia non è riuscita a giocare? Prima di tutto perché le è mancato lo sviluppo laterale del gioco con Florenzi e Giaccherini, entrambi troppo timidi. In secondo luogo, perché in assenza di movimento e di profondità da parte delle punte, anche i centrocampisti - giá lenti di natura - tardavano nei passaggi filtranti. L’Italia perciò non ha potuto essere mai pericolosa se non nel finale, quando l'ingresso di El Shaarawy ha portato agilità e mobilitá dalla trequarti in su. Non è un caso che proprio il romanista abbia segnato l'1-4 e abbia fornito un assist pregevole ad Okaka.
La sconfitta è oggettivamente pesante e il modo in cui è maturata è perfino peggiore. Sul 3-0 per i tedeschi, l’arbitro austriaco Drachta ha evitato l’espulsione di Buffon, colpevole di fallo da rigore e da ultimo uomo, per non infierire. Cose che accadono solo in amichevole, ma che non fanno piacere perché danno un senso di inadeguatezza totale.
La Germania è una Nazionale forte, ma non è né invincibile, né in brillanti condizioni di forma. Prova ne sia la sconfitta maturata a Berlino con l’Inghilterra (da 2-0 a 2-3) sabato sera e il secondo tempo della partita con l’Italia, piuttosto confuso e velleitario. Il problema, per Conte, è proprio questo: se una Nazionale non al top ci rifila quattro gol senza dannarsi l’anima, significa che la squadra vista giovedì con la Spagna si è squagliata.
Molti - è un parere personale - non avevano nelle gambe due partite ravvicinate. Altri - mi riferisco ai difensori - hanno commesso errori imperdonabili. Tuttavia non me la sente nemmeno di lanciare un’emergenza-Nazionale: il prodotto del nostro calcio è esattamente questo. E scandalizzarsi non è sbagliato, ma inutile.
Solo una serie di prestazioni senza sbavature e qualche colpo di fortuna ci possono consentire un campionato Europeo decoroso. Ma sarà dura fin dalla prima partita e con tutte le avversarie del girone.