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De Zerbi: 'Mi manca la Serie A, ma non so se tornerò. Mudryk da Pallone D'Oro, Mac Allister...'
PASSATO - "Allo Shakhtar Donetsk ho conosciuto un popolo molto dignitoso, rispettoso. Insomma, brava gente. Mi porto dentro i giocatori brasiliani e ucraini che allenavo. Era una squadra incredibile. Sono certo che avremmo fatto paura in Europa con quei giocatori, tutti giovani, tutti bravissimi. Si stava creando una situazione unica. Sì, è un grande rimpianto: difatti avevamo iniziato la stagione vincendo la Supercoppa. Dopo la vittoria contro il Liverpool, mi hanno scritto tanti giocatori ucraini: oltre al trauma calcistico, c'è ovviamente quello umano. I calciatori ucraini sono ancora tutti lì, si allenano a Leopoli. Il centro sportivo dello Shakthar è stato bombardato, il mio ufficio è stato bombardato. È tragico, ma mi aspettavo la resistenza del popolo ucraino. Statene certi: non indietreggeranno nemmeno di un centimetro. Preferiscono morire piuttosto che essere soggiogati".
PRESENTE - "La Premier mi piace da morire: poco stress, tanto divertimento, molto coraggio. E poi entusiasmo, che è anche la mia filosofia. Certo che voglio vincere, certo che le sconfitte mi danno fastidio... ma racchiudere tutto nel risultato non ha senso. Non è il valore che do al calcio. Il calcio è molto fisico e verticale, e ti devi adeguare. Ma la cosa più importante è adattarti ai tuoi giocatori, pur non cambiando la tua filosofia di gioco, e mai lo farò perché mi ha fatto arrivare dalla serie D alla Premier League. La squadra la conoscevo da fuori, mi piaceva. Non avevo fretta di ricominciare, avevo bisogno di un luogo dove poter lavorare bene. Brighton lo è e oggi sto benissimo qui".
FUTURO - "Da italiano amante del calcio mi manca sempre la Serie A. Un giorno tornerò in Italia? Non lo so, di certo non ora e non è detto che torni. In futuro mi piacerebbe anche allenare in Germania e Spagna, perché solo all'estero hai esperienze che ti completano da tutti i punti di vista. Ho sempre ammirato Ranieri, che ha allenato ovunque. Sono un autodidatta, ho avuto sempre le idee mie e abbastanza chiare. Ma per quattro anni da giocatore ho imparato molto da Pasquale Marino, poi l'altra ispirazione è stata il Barcellona di Guardiola, la squadra più bella di sempre. Pep è l'allenatore più forte di sempre, è il più bravo di tutti in tutto. Ha segnato un'evoluzione del calcio, ma io mica lo copio, anche se siamo in buoni rapporti. Ci parliamo spesso, anche perché lui ha giocato nella mia Brescia. Il calciatore che avrei voluto allenare? Solo uno: Messi".
MUDRYK - "Mykhailo ha il potenziale per una carriera da top, secondo me può vincere anche il Pallone D'Oro. È un ragazzo di livello assoluto, ma anche molto sensibile: ha bisogno di affetto, vedremo se rispetterà previsioni e potenzialità al Chelsea".
MAC ALLISTER - "Alexis è un giocatore forte e un bravissimo ragazzo, con carattere argentino al 100%. La sua qualità più grande è che fa la cosa giusta al momento giusto, sempre e non sbaglia mai scelta. Perciò, a 24 anni, ha una maturità impressionante".