De Siervo: 'Calciatori privilegiati e politica populista su diritti tv, pirateria e scommesse: siamo in difficoltà'
ATTACCO AI CALCIATORI - "Il miliardo e 200 mila di perdita del calcio italiano sono andati in mano solamente ad alcune persone, ovvero i calciatori. Questi sono simboli per centinaia di migliaia di persone. E nonostante le squadre hanno cercato di condividere questa difficoltà, da questo punto di vista i calciatori non hanno fatto la loro parte. Questo è stato un fatto che ha reso nude le squadre dinanzi ad agenti e calciatori. Stiamo cercando di rinnovare un contratto con i calciatori dove cerchiamo di essere meno flessibili, ma di fronte troviamo non poche difficoltà. I calciatori sono una classe privilegiata, ma non hanno affatto aiutato il movimento. Eppure nessuno ha approfondito questo argomento”.
ATTACCO AL NEWCASTLE - “Le critiche dei dirigenti del Newcastle sul calcio italiano? Guarda, stamattina ho mandato il libro ‘Le favole di Esopo: La volpe e l’uva’. Ecco, secondo me può essere riconducibile a questo ciò che è stato detto. Chi ha fatto tale affermazione dimostra di non conoscere il calcio e l’Italia. Probabilmente l’ha fatto solo per favorire il proprio investimento".
FONDI - “Per una volta siamo stati antesignani. Abbiamo lavorato con i fondi per un progetto interessante, ma l’assemblea all’ultima votazione un percorso diverso. In questo momento noi non siamo solo un’associazione che organizza un evento sportivo, ma una media company vera e propria. In questi ultimi mesi abbiamo realizzato un importante centro di produzione televisiva. Trasmettiamo il nostro contenuto in giro per il mondo. La strada maestra è tracciata. La media company è ormai una realtà chiara. La riflessione è aperta. C’è una contrapposizione tra due gruppi al momento. La modalità spagnola è riuscita a gestire una quota di soggetti che non volevano partecipare, esattamente tre club. Chi non ritiene corretto vendere una quota dei propri ricavi può rimanere in un sistema, senza impedire agli altri di approcciarsi a questo progetto della media company. Quello di Tebas e quello che avevamo impostato noi sono progetti abbastanza simili. I fondi ci hanno spiegato che noi siamo il calcio con maggiore possibilità di crescita. Ora dobbiamo solamente decidere in quale modalità crescere”.