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  • De Siervo, ad Lega Serie A: 'San Siro un tempio, ma serve un nuovo stadio. Convivenza Inter-Milan complicata'

    De Siervo, ad Lega Serie A: 'San Siro un tempio, ma serve un nuovo stadio. Convivenza Inter-Milan complicata'

    • Pasquale Guarro, nostro inviato
    Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, parla all'evento 'Il Foglio a San Siro-Un nuovo modo di raccontare lo sport': "Come si colloca la Lega rispetto al possibile abbattimento di San Siro? Le componenti che ne stanno discutendo vogliono lasciare intatto il simbolo che questo stadio rappresenta, che è un tempio. Poi è chiaro che i ricavi sono il motore dello sviluppo delle squadre, che devono competere. Il gap gigantesco che abbiamo rispetto alle altre leghe non è dovuto agli allenatori o altri aspetti tecnici quanto invece a strutture. Si parla di Smart Arena, ma qui le politiche hanno un evidente problema e a Roma ce ne siamo accorti. Qualunque politico, anche se mosso da spirito costruttivo, si trova oggi senza strumenti. Il mio invito è che la politica, che ha ben chiaro che il calcio di vertice possa continuare a crescere, metta la testa sulla legge per gli stadi per fare l’interesse dei diversi territori. Oggi non mancano le idee e i progetti, ma la certezza del diritto e in un paese che si candida agli europei dei prossimi anni, non puoi succedere". 

    SULLA JUVE - "L’esperienza della Juventus ha indicato a tutti la strada ma quello è un progetto di 15 anni fa. Credo che sia complicato condividere uno stadio tra due proprietà internazionali come Milan e Inter, che hanno anche due storie differenti. La verità è che purché si faccia va bene tutto perché questa è una città che ha bisogno di un impianto internazionale e ogni giorno che passa è un giorno perso".

    IL CONFRONTO CON GLI ALTRI CAMPIONATI - "Passi indietro rispetto a Premier, Bundesliga e Liga? È indubitabile e dobbiamo recuperare. È successo che il mondo è cambiato e non ce ne siamo accorti subito. È cambiata la diffusione dei contenuti nel mondo e l’Italia mantiene un’atavica difficoltà in questo. Il PSG ad esempio trasmette mediante una piattaforma, nel cuore dell’Europa. Il nostro calcio adesso ha capito, anche un po’ in ritardo, di dover rincorrere questi eventi. In Italia abbiamo riscontrato un problema che altri non hanno e la Curva dei ricavi lo dimostra. Il problema è che i gruppi di compagnia telefonica sono entrati in concorrenza con i broadcaster perché hanno capito che abbinando il calcio alla banda larga potevano concorrere. Questi ha portato il nostro calcio a perdere centinaia di milioni ai nostri club che si sono trovati svantaggiati sul mercato nel momento in cui sono andati a trattare calciatori"

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