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  • De Santis: 'Dovevo morire io, invece è morto lui'. I genitori: 'Non è stato lui a sparare'

    De Santis: 'Dovevo morire io, invece è morto lui'. I genitori: 'Non è stato lui a sparare'

    In seguito alla morte del tifoso napoletano Ciro Esposito Repubblica.it ha riportato le parole di Daniele De Santis, il tifoso della Roma che in stato di fermo è accusato di tentato omicidio, che ha affidato il suo commento ai propri genitori: "Dovevo morire io, invece è morto lui. Non ci posso pensare che è morto. Più che altro non ci voglio credere".
    Il quotidiano ha poi intervistato i genitori dell'ultras romano:

    Chi è Daniele De Santis?
    "E' un ragazzo buono" risponde la madre. Di diverso avviso il padre che interviene così: "Ma quale buono, quello è uno stronzo, che ha preso le botte da tutto il mondo...fosse venuto una volta a dirmi “papà m’hanno menato”. Che poi ce pensavo io, invece no. Le ha  prese sempre tutte".

    Ma Daniele cosa vi ha raccontato di quel pomeriggio di follia?

    "Lui ha detto che l' hanno menato, poi non si ricorda più niente... poi quel taglio che ha sul sopracciglio secondo il giudice è provocato dal calcio di una pistola. La pistola l'avevano in mano altri. Non Daniele".

    Quando arrivarono al Ciak i tifosi del Napoli, Daniele dov’era?
    "Lui ha le chiavi del cancello del centro Ciak, dove l’hanno picchiato. Quando ha visto che stavano arrivando ha cercato di chiudere il cancello col lucchetto, c’erano due squadre di bambini che giocavano al campo di pallone lì. Ha visto e capito quello che stava succedendo e che ci sarebbero state le botte e allora ha cercato di chiudere coi lucchetti per non fare entrare quei tifosi lì dentro. Ha capito?". 

    Lui ha sostenuto con gli inquirenti di non aver sparato. A voi cosa ha detto?

    "Lui ha sempre detto a noi che non c’entra niente e che non ha mai sparato. Mi ha detto: “A pa’ quanno m’hanno acchiappato io non ho visto più niente”. Mio figlio non aveva la pistola. Se avesse voluto fare qualche cazzata si sarebbe almeno coperto la faccia, invece no, era a volto scoperto. Un jeans e una maglietta, così tutto sbracciato". 

    E se suo figlio, signor Ivo, le avesse mentito?
    L’uomo prima di rispondere dà un pugno contro la porta di casa. "Io vi dico la verità: se mio figlio l’ha ammazzato facesse 30 anni di carcere. Mio figlio ha detto: “Io non sono stato papà”. Se tireranno fuori le prove e sarà giudicato colpevole ci penserò io a lui".

    Un pensiero ora da genitori a genitori. Alla mamma di Ciro, cosa volete dire?

    Scoppiano in lacrime entrambi. "Quello è come se fosse mio figlio, capisce?», dice Ivo. Ora è Franca che gli parla sopra: «Non ci stanno parole per quella donna. È da ieri che piango per quella donna e per quel ragazzo che non doveva morire. Spero che trovino il colpevole al più presto".


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