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De Rossi: 'L'addio alla Roma una batosta, devastante. Totti? Non ci siamo parlati per un mese. Sul ritorno...'
SUL RAPPORTO CON TOTTI - "È capitato di non parlarci per un mese, pure l’anno scorso. Abbiamo giocato vent’anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, ma poi è sempre finita a risate. Vita vera, non recitata. Il suo addio? Un incubo. Non ho passato bene quel periodo, e ho preso nota per evitare che a me succedesse lo stesso".
SUL FUTURO AZZURRO - "Oggi non posso saperlo, ma il rapporto con Mancini è eccellente. Fra i discorsi che abbiamo fatto tempo fa, non in gennaio intendo, una porta azzurra era socchiusa".
SULLA ROMA - "Qui il discorso è diverso perché al settore giovanile c’è mio padre, perché i rapporti col club comunque non li ho persi, perché al termine del corso che intendo fare potrò allenare in terza serie oppure una Primavera, vediamo. Ritorno imminente? La tempistica della mia uscita dal Boca, unita alla trattativa per la cessione della Roma, ha fatto pensare a molti che il gruppo Friedkin mi avesse contattato. Non è successo, non li ho mai sentiti; ma non è che io sia in attesa di un nuovo proprietario per tornare a Trigoria su un cavallo bianco".
SULL'ESSERE ALLENATORE - "Devi prima dimostrare di saperlo fare, se perdi tre partite di fila la gente si dimentica che eri il suo Capitan Futuro e pretende che tu ottenga risultati nel presente. E poi l’ultima cosa che voglio è creare problemi a Fonseca. I modelli? Luis Enrique e Antonio Conte: all’Europeo mi ha letteralmente conquistato".