De Rossi e Lamela:| 'Stelle della Roma'
L’attesa, lunghissima. Con gli anni e i candidati che volavano via. Poi la luce, prima di qualche ombra. Chiacchiere, tensioni, le ansie, l’ipotesi che potesse saltare tutto. E poi di nuovo la luce, quella finale, definitiva. Stiamo parlando della trattativa che ha portato al cambio di proprietà della Roma.
E allora fa uno strano effetto, in un sabato pomeriggio assolato di fine luglio, vedere Thomas Di-Benedetto, capo della cordata statunitense nuova proprietaria, futuro presidente, su una tribunetta semideserta dell’impianto Giulio Onesti dell’Acqua Acetosa a Roma, in un clima da amichevole tra dilettanti. Non si gioca a calcio in effetti, ma a baseball, sport che con tutto il rispetto non è che in Italia abbia un seguito da urlo. Se non fosse per la scorta e gli obiettivi delle macchine fotografiche e delle telecamere puntati tutte su quella parte di spalti invece che sul campo, sarebbe difficile pensare che si tratta del primo vero investitore straniero che ha scelto un grande club di serie A e non di Premier o di Liga. Roba da svolta epocale insomma.
OCCASIONE - In campo, nel Reggio Emilia che sta sfidando i padroni di casa dell’Urbe Roma, c’è Thomas jr, figlio di DiBenedetto: «Questa è una giornata dedicata alla mia famiglia - dice il tycoon, accompagnato dalla moglie e dall’erede più piccolo -sono venuto a vedere mio figlio e non voglio disturbare i giocatori». Sì, proviamo anche noi a non disturbarli. Ma qui siamo a Roma, si parla della Roma, da anni i cuori dei tifosi aspettavano il sogno americano:«La negoziazione è stata lunga, sia noi che Unicredit eravamo stanchi. Abbiamo lavorato duramente per arrivare all’intesa e ora siamo contenti e possiamo guardare al futuro della Roma ». Già, il futuro. Ma quanto tempo servirà ancora per una grande squadra? DiBenedetto scherza:« Io non sacce...» dice in italoamericano stile Joe Pesci dei film di Scorsese.
PROGETTO- Un’idea però - e probabilmente anche più di una - DiBenedetto sul suo prossimo business già se l’è fatta. Il seguito che ha avuto nei suoi soggiorni nella Capitale qualcosa devono avergli fatto capire sull’importanza che ha la Roma per i romanisti. E allora ecco qualche tema caldo, tra passato, presente e futuro. De Rossi per esempio, uomo simbolo e allo stesso tempo centrocampista ambito dai grandi club d’Europa:« Very good player », detto dal futuro presidente, significa praticamente che dopo Luis Enrique anche la proprietà ha capito l’importanza del mediano. Poi Erik Lamela, il talento argentino di 19 anni che sta giocando il Mondiale under 20 in Colombia. La Roma lo ha già acquistato investendo molto, il mancino è andato in gol alla prima uscita segnando la rete decisiva nell’1-0 contro il Messico:«Sì, l’ho visto. Ha segnato un gol fantastico» conferma DiBenedetto, soddisfatto per uno dei primi colpi messi sì a segno da Sabatini, ma finanziato anche con i suoi soldi. Infine mister Tom ha solo confermato di essere a conoscenza della polemica che nei giorni scorsi ha visto protagonisti il prossimo dg della Roma Franco Baldini e l’altro simbolo giallorosso, il capitano Francesco Totti, apostrofato frettolosamente come pigro:«Yes, i know... »ha chiosato Di Benedetto.
PIANO- Conferma: martedì arrivano le firme sui contratti, in attesa della chiusura ufficiale dell’operazione di cessione della società che arriverà giovedì 18 agosto, giorno dell’esordio stagionale della nuova Roma, in Europa League. E DiBenedetto approfitterà proprio di questo breve periodo per andare in Florida: ripartirà giovedì e tornerà il 17. Per la nomina a presidente, ultimo atto, bisognerà invece attendere l’assemblea dei soci e la formazione del nuovo Cda. Ancora un mese circa. Nulla in confronto ai tempi impiegati fino ad oggi. Ci siamo, la Roma americana è già nata.