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De Rossi e la Juventus: 'Può prendere giocatori più giovani e forti di me'
DE ROSSI E LA JUVE - Quella del centrocampista della Roma non è una smentita categorica: "L’interesse della Juve? Di altre cose non ne so nulla, la Juve ha dimostrato di comprare i giocatori più forti del mondo e credo che abbia la forza di andare a prendere giocatori più giovani e forti di me - spiega a Premium -. Ma davvero, non so neanche se sia vera questa cosa. Ho parlato con la società di progetti tecnici e economici? Per quanto riguarda i progetti non ne abbiamo parlato. Anche se dovessi andare via spero che la società continui ad avere un atteggiamento propositivo anche perché la nuova proprietà non ha ancora vinto. Questa piazza merita di vincere e prima poi succederà. Il discorso economico, con quello che ho guadagnato dopo tutti questi anni, è l’ultimo dei miei problemi se volessi riamnere e se vorranno loro tenermi a Roma".
SU EMPOLI-ROMA 0-0 - "Sono queste le partite che come punti pesano, bisogna anche analizzarle e va detto che sono state prestazioni diverse. A Cagliari abbiamo fatto molto male, mentre oggi abbiamo dimostrato che ci sono stati dei passi in avanti dal punto di vista del gioco e dell'atteggiamento. La squadra non ha mollato un secondo, questa è la strada giusta per tentare di arrivare davanti alla Juventus. Loro giocavano con pochi giocatori di fascia, noi abbiamo servito i nostri esterni tante volte, ma dovevamo farlo con qualche tocco in meno, così avremmo avuto più tempo per puntarli. Abbiamo avuto le nostre occasioni, il risultato non ci deve distrarre. Skorupski ha fatto il fenomeno, è stato bravo e bisogna accettarlo. Il campionato è molto lungo, ci sono ancora tanti punti a disposizione".
SU CONTE - Poi, a Sky Sport, De Rossi parla anche di Antonio Conte: "Mi ha fatto capire che potevo ancora dare tanto a livelli importanti. Oltre al grande affetto, rimane il piacere di aver vissuto un’esperienza del genere con persone di questo calibro a livello umano. Al di là del grandissimo allenatore che è Conte, è una persona particolarissima, difficile, ma leale e pulita come poche, almeno dal punto di vista del rapporto calciatore-allenatore. Oltre all’emozione, resta un dispiacere gigante, anche da parte mia il fatto di non aver giocato l’ultima partita. Quasi un’impotenza non poter aiutare i miei compagni, o tirare il rigore che magari avrei potuto tirare. Cose che mi hanno accompagnato per tanti mesi prima di addormentarmi. Come ha detto Conte, se non si fosse creata quella cosa lì – anche se non lo avevo annunciato prima – anche io avrei lasciato la Nazionale. Il fatto che non c’è più lui non doveva cambiare niente per me perché il gruppo è quello. Come ha detto lui, non potevo lasciare i ragazzi. Anche io mi sentivo in dovere di portare avanti questa che poi è la nostra Nazionale".