De Laurentiis, questa Juve è grande e ha stile. Molto più di Moggi e Giraudo
Eppure a noi questa Juve non sembra così antipatica, perché non è arrogante, sprezzante, aggressiva. Va semplicemente per la propria strada, pensando a rafforzarsi al massimo, ma senza mancare di rispetto a chicchessia. Sbaglia De Laurentiis quando dice che la Juve, prendendogli Higuain, non è elegante. Ma come: rispetta le regole e i contratti, gli versa in tasca 94 milioni e spiccioli e non è neppure elegante? E cosa dovrebbe fare per esserlo, dargliene ancora di più in regalo? O incartarli in un pacco dono? Quell'accordo con il Pipita l'ha firmato lui, De Laurentiis, magari sperando che qualche pazzo pagasse la clausola, e ora che lo fa la Juve manca di eleganza?
Il mercato della Juve edizione 2016 è destinato a entrare nella storia. A noi ricorda molto quello condotto dai bianconeri esattamente quindici stagioni fa, anno di grazia 2001: allora via Zidane e Inzaghi e dentro Buffon, Thuram e Nedved; oggi via Pogba (e magari Bonucci) e dentro Higuain, Pjanic, Dani Alves, Benatia e Pjaca (e chissà chi altri). Anche all'epoca la Juve corse un grande rischio cedendo due fenomeni, benché strapagati. Anche all'epoca indebolì due grandi avversarie, Parma e Lazio, a suon di miliardi.
La differenza, tra allora è oggi, è negli atteggiamenti, nei comportamenti. Senza pensare a ciò che è emerso nel 2006, la Juve di Moggi dominava il mercato anche con la prepotenza, controllando miriadi di società e calciatori (perfino attraverso il figlio procuratore ). Oggi le alleanze ci sono ma alla luce del sole, nel mondo sotterraneo del calcio nessuno sparla e sospetta della Juve, si respira un'aria di rispetto e non di timore. Il nuovo corso ha dimostrato che per prevalere non è indispensabile essere sgradevoli.
In fondo, la differenza è tutta nello stile dei due amministratori delegati: mettete Marotta accanto a Giraudo, pesatene i comportamenti e le parole e capirete tutto. Già: si può vincere anche senza essere prepotenti.