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    De Laurentiis: 'Non andrò mai più al San Paolo'

    De Laurentiis: 'Non andrò mai più al San Paolo'

    "Siamo l'unica squadra italiana che da sette anni gioca in Europa e questo mi riempie di orgoglio". Lo ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, nell'ambito del Festival Fuoricinema a Milano. "Il calcio e' una valvola di sicurezza per chi vuole vedere 11 gladiatori che Si battono contro 11 avversari". 

    Lo stesso De Laurentiis ha poi aggiunto a Mediaset Premium: "Mai più al San Paolo a vedere il Napoli? Le partite si vedono così bene sul televisore rispetto alla nostra tribuna autorità, dove non si vede nulla: per me è una grande sofferenza. Poi io da quest’anno devo riprendere la mia strada che riguarda il cinema e la televisione, a livello internazionale. Il cinema e il calcio fanno sognare, sono due cose che mi rapiscono. E’ chiaro che io vorrei vincere lo scudetto ogni anno ma siamo in 20 squadre, così come vorrei vincere la Champions ma anche lì ci sono molte squadre. Però è importante anche saper fare spettacolo e io credo che la scelta di Sarri e le scelte sul mercato estivo faranno in modo che la stagione del Napoli sia divertente e coinvolgente". 

    "Clausola anche per Milik dopo quella su Higuain? Di Milik non ne parlo perché non voglio portare sfortuna, sono molto scaramantico. Mi sembra molto forte di testa e si muove molto bene in area. Higuain era un bravissimo campione, non valorizzato al Real Madrid come lo è stato qui a Napoli. Lui, Cavani, Lavezzi e Maradona da noi sono diventati tutti dei protagonisti mondiali e assoluti, delle prime donne. Evidentemente Napoli è una città che sa creare dei grossi campioni. Nuovo spirito in questa stagione? Noi quest’anno abbiamo due squadre, tutti giocano per il gruppo e non per il singolo. Vedo come Sarri prepara le partite, con Benitez erano in cinque, adesso sono in dodici sul campo ad assistere il mister, con droni e altri metodi. Niente viene lasciato al caso, viene tutto preparato al massimo e questo mi fa molto piacere". 

    "La gestione graduale di Sarri dei nuovi acquisti? Alcuni dei nuovi sono arrivati alla fine del mercato, Sarri non ha potuto lavorare molto con loro, chiaramente se il mercato iniziasse ad aprile sarebbe diverso. San Paolo vuoto rispetto alle ambizioni della squadra? Abbiamo incassato di più nella prima gara di quest’anno rispetto a quella dell’anno scorso. Dipende anche da che partite si fanno, se iniziassimo a fare campionati a 10 squadre gli stadi sarebbero sempre pieni. Da quando sono qui non ci sono mai stati più di 6mila abbonamenti e questa cosa è anche positiva perché non obblighiamo la gente a venire a vederci ma deve venire solo se la squadra affascina e diverte. Il Napoli ha 4 milioni di tifosi, non voglio parlare solo dello stadio ma anche dello stadio virtuale. La partita si vede bene in tv e lo dico contro il mio interesse". 

    Ancora De Laurentiis a Sky: 

    Cosa avete in serbo?

    Stiamo girando “Natale a Londra – Dio salvi la Regina”. E poi stiamo partendo per la Cina insieme a Carlo Verdone perché al primo festival di Xi’an parteciperà il suo ultimo film “L’abbiamo fatta grossa”

    Qual è il suo grande sogno, quello più ricorrente, legato al Napoli?

    Legato al calcio, è di fare sempre delle squadre che riescano ad essere competitive in Italia e in Europa e che facciano molto divertire sia il pubblico che viene allo stadio, sia quello che ci guarda nel vostro stadio virtuale, cioè in televisione. Poi, speriamo di vincerlo qualche volta questo Scudetto, noi ce la mettiamo tutta, del resto i 128 milioni investiti sul mercato sono uno sforzo abbastanza enorme. Chiaramente bisognerà anche immaginare come cambiare questi campionati, sia nazionali che internazionali, per far sì che poi i fatturati possano crescere in maniera più omogena.

    È vero che non andrà più al San Paolo finchè qualcosa non cambierà?

    Io non vado più al San Paolo perché non riesco a vedere un tubo. Mi è capitato di vedere tre partite in televisione e mi sono veramente rinfrancato e beato. Allora ho detto: “No, io le partite me le devo vedere in televisione per capirle, perché non posso sempre stare lì come un cieco”. Poi, anche perché quest’anno riprendo in maniera pesante l’internazionalizzazione della FilmAuro che avevo lasciato proprio per dedicarmi al Napoli, quindi mi richiama prepotentemente l’America, starò molto di più all’estero di prima.

    Come si inserisce Milik nella scia di Cavani e Higuain?

    Hanno delle caratteristiche completamente diverse. Milik mi sembra un ragazzo estremamente a posto con grandi capacità di opportunismo in area, bravo di testa, lo ha dimostrato. Però, mi sembra che la squadra non si stia basando su un giocatore, ma sia una squadra che sta giocando più in maniera omogena come squadra. Mentre l’anno scorso si giocava in funzione di Higuain, ed è quello che gli ha permesso di fare i 36 gol in campionato e gli altri 2 gol fuori campionato, quest’anno credo che saranno un po’ tutti quanti destinati a segnare. Credo che ci siamo molto rinforzati a centrocampo e dal centrocampo possono venir fuori anche delle ulteriori sorprese.

    Sta pensando a uno stadio di proprietà?

    Come no? Io costruirò uno stadio a Napoli e lo costruirò a modo mio, come se fosse un teatro con le poltrone come quelle del teatro, bellissime. Sarà un club, un club per chi vorrà parteciparvi, avremo 20 mila soci, perché sarà uno stadio da 20 mila posti, perfetto. Non è piccolo perché tra tre anni le cose cambieranno, sarà sempre pieno.

    Facciamo un gioco: mi dica 5 cose per 5 nomi. Maurizio Sarri…

    Milik.

    Marek Hamsik.

    Il pallone.

    Cristiano Giuntoli.

    Un inglese mancato.

    Gonzalo Higuain.

    Predator.

    Zlatan Ibrahimovic.

    Mi piace molto. Ecco, Ibrahimovic è una persona straordinaria.  Ho cenato con lui a Los Angeles, mi ha illuminato. Educato, garbato, simpatico, colto, ci si può parlare di calcio, di altre cose, con una famiglia bellissima. Peccato che il Napoli non se lo possa permettere.


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