DAZN: 'Ecco come vedrete calcio (e non solo) su internet. L'accordo con Sky...'
Una novità assoluta nel panorama italiano.
"Siamo giovani, cambiamo un po' i paradigmi, non siamo un broadcaster lineare. Molti lo vogliono definire il Netflix dello sport. In parte è vero, in parte no: è quello che si avvicina di più dal punto di vista di piattaforma, allo stesso tempo però è un servizio live e non on demand, a livello tecnologico l'investimento sull'infrastruttura è più importante e il prodotto deve essere più stabile. Per ora abbiamo queste tre partite (20.30 sabato, 12.30 domenica e una di quelle in contemporanea delle 15)".
Ma come vengono scelte queste partite?
"C'è un peeking system sulle prime 20 partite: Sky sceglie le prime quattro, noi una, Sky, noi una, poi Sky 4, noi una. Delle prime venti noi prendiamo quattro delle migliori di tutto il campionato".
Il sabato che precede la Champions League ci sarà comunque una big.
"Le prime 20 partite verranno allocate nei nostri slot, il sabato alle 20.30 è nostro, Sky non potrà mai avere una partita il sabato alle 20.30. E' positivo che chi giocherà la Champions il martedì giocherà il sabato, avremo sempre una delle big. E alle 12.30 ci potranno essere Inter e Milan, che hanno proprietà cinesi...".
Impossibile ampliare l'offerta, ma è possibile dare la propria a Sky?
"Chiariamo, siamo agnostici: faremo accordi commerciali con la maggior parte delle piattaforme presenti in Italia. Il nostro interesse è essere disponibili su più punti vendita possibile, quindi che la nostra applicazione sia integrata con quante più piattaforme possibili. Potrà esistere un accordo con Sky, con Mediaset, a seconda di come queste conversazioni proseguiranno".
Senza mai dimenticare il fine ultimo.
"Cercheremo nell'interesse del fan di far sì che la transizione da un ambiente come Sky a DAZN sia il più facile possibile. Le nostre partite verranno consumate sulla nostra piattaforma: anche Netflix ha un accordo commerciale con Sky, l'utente passa da uno all'altro senza neanche accorgersene".
Cosa cambierà in caso di accordo quindi?
"Le nostre tre partite le abbiamo noi. Innanzitutto non c'è nessun accordo, stiamo iniziando a discuterli e vedremo come si svilupperà il tutto".
Ampliare l'offerta, come quindi?
"In parallelo abbiamo iniziato ad avere conversazioni con tanti altri detentori di diritti che speriamo di annunciare nelle prossime due settimane. Ad esempio in Germania abbiamo la Champions League, l'Europa League, la Liga la Premier, la Serie A, NFL, NBA, NHL, boxing, darts, UFC... L'idea è creare una piattaforma multisport per l'utente italiano che abbia una predisposizione sufficientemente forte per avere successo nel territorio italiano. Prezzo 9,99 con free trial iniziale e possibilità di fare pause nel periodo estivo: è molto flessibile e aiuta a portare l'utente a consumare il contenuto sulla nostra piattaforma".
Come funzioneranno le app per smart tv? Saranno visibili dal giorno 1 o bisognerà cercarle?
"Siamo già integrati su tutto: Samsung, Xbox, PlayStation, Chromecast, Fire Stick, Sony, Toshiba... Il giorno 1 l'applicazione sarà immediatamente visibile".
Serie A ovunque, l'ipotesi diventa realtà.
"Sabato 18 agosto, 20.30, sei in spiaggia e vuoi guardare la Juve: dove la guardi? Prendi il telefono, schiaccio Chromecast e lo guardi, sul dispositivo che vuoi. Poi, a livello globale, il 65% dei nostri utenti guarda su big screen: non siamo una piattaforma mobile, la maggior parte del contenuto viene consumato su televisione".
Più contenuti nello stesso tempo, un'altra rivoluzione.
"Esempio, ti stai guardando in televisione la Juve e sul tablet puoi guardarti l'NBA: non siamo un broacaster lineare, tu entri e scegli cosa guardare. Sulla base del contenuto poi, andiamo a consigliare: non c'è advertising, ma utilizziamo lo spot per ricordarti che sabato c'è il Milan che tifi Milan, che c'è il wrestling se guardi quello... E' un modo più smart di engage, di coinvolgere l'utente".
Nuovo modo di affrontare le partite.
"Stiamo discutendo anche i diritti d'archivio più che per le partite live per realizzare fixture e programmi originali. Non faremo talk show, lo lasciamo fare a chi lo sa fare bene. Noi faremo pre-post con interviste e accesso al campo, non ci sarà uno studio ma faremo cronaca. Lavoreremo tanto sui talent, sui social media influencer, su ambassador: dare un taglio diverso da quello che potrebbe fare un broacaster tradizionale, andare sul digital".
Innovazioni per entrare in un mercato ricco.
"Ci sono circa 4 milioni di utenti che pagano per il calcio mettendo insieme Sky e Mediaset, più 2 milioni di 'illegali'. Entrando con 9,99 cerchiamo di prendere anche chi non vuole avere contratti di 12 mesi, o non vuole farsi installare la parabola, o magari è giovane o non ha la capacità di spendere altre cifre. L'idea è di sanare la pirateria, più che attaccandola, abbracciandola, più attaccare la customer base esistente perché vorrà vedere tutto il calcio, e per farlo dovrà passare da DAZN. Poi bisognerà vedere cosa succederà con gli accordi commerciali".
Offerta varia anche per le telecronache.
"Trattiamo l'evento in modo diverso a seconda del tipo: platinum, gold e silver. Sicuramente il sabato sera verrà trattato platinum quindi due commentatori, inviato a bordo campo e via dicendo. Altre partite le valuteremo volta per volta: il Clasico o Mayweather-McGregor in Germania li abbiamo trattati in maniera particolare, avevamo Klitschko a commentare...".
Occhio ai millennials.
"La nostra idea in realtà è ampliare la customer base del calcio italiano: arriviamo con un prezzo più democratico e riavviciniamo i giovani, i millennials che non hanno più voglia di sottostare a un contratto di 12 mesi, si muovono e vogliono consumare il contenuto on the go... In Germania per esempio abbiamo comprato la Premier League e triplicato gli ascolti, perché abbiamo un modo più engaging di proporla".
I problemi di banda in Italia preoccupano?
"L'abbiamo valutato, abbiamo trovato un modo di consegnare il contenuto in modo che l'utente non abbia bisogno di una banda troppo alta per avere un'esperienza in SD o HD, per la quale bastano 2 mega, che l'80% del territorio ha a disposizione. Se poi si aggiungono 3G e 4G si copre praticamente tutto il territorio italiano. Abbiamo avuto un solo problema serio in Giappone, da allora più nulla: da un punto di vista di customer service, abbiamo un rating molto positivo".
L'obiettivo?
"Non ve lo dico (ride, ndr). Considerando diritti, investimenti sul marketing e assunzioni del personale sono alti; la cosa positiva è che abbiamo costi fissi più bassi rispetto a broadcaster tradizionali. Non stiamo parlando di cifre basse di abbonati, se no non saremmo qua".
Piani a lungo termine quindi.
"I nostri shareholder la vedono sul lungo periodo: non siamo qua per stare tre anni, facciamo un investimento iniziale e andiamo sul lungo termine. Siamo qua per restare e andare avanti".
Perché l'Italia?
"Ce lo chiedono tutti (ride, ndr)! Perché in Italia il calcio viene prima di tutto: si parla di calcio in continuazione, si guarda la partita poi il bar, la moviola... Il calcio è il sistema in Italia e per noi la prima variabile è la passione rispetto alla competizione che siamo andati a comprare. Poi, l'italiano è appassionato di motori, ciclismo, nuoto, volley... è un appassionato di sport in generale. Abbiamo fatto analisi e abbiamo pensato che lanciare un prodotto a 9,99 probabilmente sarebbe stato un grande successo, sia per l'utente attuale che per tutti i giovani, i millennials, che in parte la Serie A stava perdendo, perché andavano a consumare in maniera sporadica. Stiamo cercando di riportarli a guardare la Serie A, a consumare il contenuto nel modo in cui vogliono loro, che ormai è cambiato".
Italia e Giappone unici paesi in cui avete i campionati nazionali.
"Sì, e in Germania abbiamo preso gli highlights in esclusiva. La Germania è stato un successo sotto tutti i punti di vista, abbiamo costruito una customer base in maniera molto rapida, in Giappone dopo un anno dal lancio avevamo più di un milione di abbonati paganti. Ad agosto 2018 rilasceremo i dati, in Giappone abbiamo tutto: J-League, Baseball, campionati stranieri, Formula 1...".
Sbarco in Italia, c'è già una nuova base.
"Abbiamo preso uffici in centro a Milano e stiamo concludendo il contratto, metteremo tutto lì e utilizzeremo anche Opta per raccontare le partite in maniera più oggettiva. Utilizzeremo tutti i nostri asset per portare quanti più fan sulla piattaforma".
La produzione però non cambia.
"La produzione resta alla Lega, noi faremo commento ed editing post-produzione. E il trattamento durante il live della parte inviato dal campo, mix-zone...".
Il tempo stringe.
"E' un po' come la navicella di Star Trek che cerca di uscire dal buco che si sta chiudendo: dobbiamo correre come dei matti (ride, ndr)".
La comunicazione quando partirà?
"In realtà doveva partire ieri con un annuncio, purtroppo quello della Lega è arrivato tardi ed è stato posticipato. In questo momento si può andare su DAZN.it, lasciare nome cognome ed e-mail e faremo sapere. Io credo che nel giro di 2-3 settimane inizieremo ad annunciare tutto, l'idea è andare in comunicazione verso fine luglio e partire già con contenuti sulla piattaforma".
Contenuti che saranno ricchi e abbondanti.
"Per dare l'idea: in Giappone facciamo live broadcasting di 16mila eventi l'anno, fa capire l'entità. Ci saranno tante cose sulla piattaforma, non solo quelle tre partite. Avremo bisogno di tanti giornalisti. Quando è uscita quella notizia mi sono arrivati tanti curriculum di gente interessata, non credo che avremo problemi a trovare".
Ultimi su tante piattaforme, questa volta l'Italia è tra i primi in un nuovo sistema.
"USA e Scandinavia sono avanti, ma in generale si è tra i primi. C'è un fenomeno di utenti che iniziano a 'tagliare il cavo': iniziano a usare abbonamenti più flessibili, democratici, e questa cosa sta arrivando a valanga dagli Stati Uniti".
E come un cerchio che si chiude, la parola d'ordine è una sola con DAZN.
"Revolution".