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    Dazn, dove sarebbe la transizione verso il futuro? E la lotta alla pirateria non c'entra nulla

    Dazn, dove sarebbe la transizione verso il futuro? E la lotta alla pirateria non c'entra nulla

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Dispiace dirlo, ma DAZN proprio non ce la fa. Ha cominciato male, ha continuato malino e ora vuole addirittura ripensare - ovvero riscrivere - il contratto che ha dapprima ideato, poi stilato, infine sottoposto a migliaia di clienti. Dunque, all’inizio, non era - per usare un eufemismo - perfettamente “attrezzata” a trasmettere le partite di Serie. Ad un certo punto, magari prima d’un rigore o nel mezzo d’un’azione importante, l’immagine si bloccava e partiva la rotella, il ricaricamento o “buffering”, all’inglese (l’immediata traduzione in italiano non è bellissima: “tampone”).

    Potevano essere problemi derivanti da una rete domestica privata debole o da una casa troppo grande con grossi muri, ma quando molti utenti hanno verificato che, per esempio Netflix, si vedeva benissimo, s’è capito che la responsabilità di questo disservizio era di chi diffondeva i dati ovvero DAZN. Proteste, scuse (deboli), ripristino a singhiozzo e, infine, miglioramento della diffusione con conseguente comunicato trionfale della società: "Stiamo contribuendo alla transizione digitale italiana!". Questo, in sintesi, il messaggio che si unisce retoricamente all’ odierna parola magica in cui c’imbattiamo quotidianamente: TRANSIZIONE. E’ tutta una transizione, chi non transita è perduto, perciò DAZN si autoproclama tra i primi transitanti del Paese.

    Gli abbonamenti, però, continuano a essere deludenti. Non raggiungono la cifra sperata e, allora, ne pensano un’altra. Tirano fuori il magico, sempre valido jolly della pirateria! Troppe seconde utenze, dicono, e quindi bisogna impedirle. Non più due in contemporanea, come da contratto, ma solo una. Si fa un po’ di mente locale e viene fuori che: a) la pirateria è un’altra cosa: centinaia, migliaia di utenze illegali che proliferano esponenzialmente; b) la seconda utenza è nel contratto e allora, se concedo la possibilità a mio cugino  di vedere la partita a casa sua e non mia, utilizzo la facoltà (che ho pagato) di usarla, lo stesso dicasi se invece di mio cugino la partita la vede un mio amico: le fruizioni o gli utilizzi sono sempre e solo due; c) chi ha sottoscritto un contratto lo ha fatto a certe condizioni che andrebbero rispettate dalle due parti. Se ho pagato il biglietto per una partita, non mi chiedono l’aumento tra il primo e il secondo tempo con la scusa che gli spettatori sono pochi (anche se le norme consentono a DAZN, previa adeguata comunicazione, di apportare delle modifiche e garantendo agli utenti il diritto di recesso).

    Morale: lo spettacolo non è mai stato un granché, DAZN non ha “transitato” alcunché, la pirateria c’entra poco o niente. Resta solo un po’ di furbizia, nemmeno tanto furba.

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