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Danovaro: 'Non solo calcio. Dal nuovo logo agli sponsor: così proiettiamo il brand Inter nel futuro'
Come si sviluppa questo percorso? "Prima di tutto - prosegue Danovaro -, siamo partiti dal DNA del brand, volevamo rimodellare valori e mentalità del club. I nostri valori sono sempre gli stessi, rispettiamo molto la tradizione, ma proviamo a ridiscutere la loro rappresentazione per le nuove generazioni. Questa è stata la nostra prima pietra miliare. La seconda è stata provare a posizionare il club con un tono di voce diverso, abbiamo investito molto in persone e infrastrutture per creare quella che chiamiamo 'media house', un grande gruppo di persone che ogni giorno prova a comunicare e intrattenere i fan in modi diversi. Cerca di trovare qualcosa di nuovo e creativo. Ad esempio durante l'estate e il calciomercato, cercavamo di comunicare dalle 6 del mattino ogni giorno, perché i tifosi entravano presto in contatto con noi perché volevano sapere fin dal mattino se c'era qualche giocatore nuovo o qualche novità ogni giorno".
Il momento chiave per la svolta del brand Inter però, rivela Danovaro, è arrivato ad aprile dello scorso anno: "Abbiamo avuto una nuova visual identity, abbiamo ridisegnato il nostro brand e il nostro logo, lo stemma. Internamente, lo chiamiamo un nuovo inizio. La nuova visual identity è arrivata ad aprile, ma ogni mese rilasciamo qualcosa di nuovo. E' un viaggio e il club deve accrescere la capacità di intrattenere e ispirare persone diverse in business diversi. L'obiettivo principale è creare nuovo merchandising, essere pronti per un nuovo ecosistema digitale, un nuovo tipo di consumatori tra i tifosi. Inoltre, c'è un tentativo di legarsi di più con Milano, la nostra città: stiamo creando alcune collaborazioni iconiche a riguardo".
La creazione del nuovo stemma è il punto focale, Danovaro racconta come nasce e come si sviluppa: "E' stato molto impegnativo per me e il mio team quando per la prima volta la proprietà ci ha chiesto di ridisegnare lo stemma. E' stato un onore ma c'era anche molta pressione, perché lo stemma rappresenta milioni di fan, rappresenta emozioni. Abbiamo trattato la questione con attenzione, abbiamo cercato il partner giusto per noi e abbiamo trovato lo Studio Borsche, c'è stata una grande combinazione tra noi e loro. Loro rappresentano dove vogliamo andare: tecnologia, digital, lifestyle, modernizzazione di un brand. Noi rappresentiamo l'Inter, la tradizione. Nel primo incontro abbiamo detto che dovevamo avere un buon mix, rispettare la tradizione ma proiettare l'Inter e il nuovo logo nel futuro".
La tradizione riporta al primo stemma: "Il primo logo è iconico - afferma Danovaro -. Abbiamo tratto grande ispirazione da quello. E' stato iconico per noi, come Inter, ma anche per lo Studio Borsche perché penso che in quel momento fosse già moderno per colori e design. Il minimalismo penso fosse importante all'epoca e lo è ora. Se si comparano i due loghi, si vede che abbiamo deciso di renderlo più semplice rimuovendo due lettere (F e C) e tenere gli elementi unici, Internazionale e Milano. Internazionale perché il nostro nome, la nostra storia e la nostra mentalità. Milano perché è la nostra città, vogliamo legarci e rappresentare nel mondo i suoi valori. I due elementi ci rappresentano e dovevano essere rappresentati nel nuovo stemma. Abbiamo abbandonato Football Club perché chiaramente lo saremo, ma lo rappresenta il cerchio iconico. Il logo può essere in prodotti iconici anche senza vedere le magliette, ma riconosce che rappresenta un team calcistico mantenendo l'elemento circolare. Abbiamo deciso di mantenere ovviamente i due colori, ma abbiamo cambiato leggermente il blu: è più chiaro, più digital, più facile da leggere e capire su device digitali".
Il cambio del logo e del suo utilizzo è stato, di fatto, un primo esercizio di branding digitale: "Sì, per noi il digitale è una piattaforma in cui ci vediamo. Vogliamo ispirare le persone, parlare a un pubblico più grande in giro per il mondo e il digitale è dove possiamo incontrare i nostri tifosi e le persone non interessate al calcio, ma magari curiose di quello che facciamo. Il colore è stato un elemento chiave, abbiamo avuto molte discussioni e fatto molte prove per vedere cosa funzionava meglio su uno smartphone o uno schermo. Faccio un esempio: quando abbiamo svelato per la prima volta il logo, era sul nostro quarto kit in un ambiente digitale. Abbiamo svelato con i nostri partner su un videogioco e i ragazzi hanno potuto acquistare una nuova skin con il nuovo logo su un gioco. Questo rappresenta il futuro, potete vedere tanti fashion brand che realizzano cose specifiche per i videogiochi perché il digitale è il prossimo passo che devono compiere tutti i brand per intrattenere e ispirare i consumatori, i fan. Ed è dove vogliamo essere".
Diventare un'icona di cultura, la nuova ambizione dell'Inter: "Pensiamo che l'Inter sia un'icona nel calcio e nello sport, abbiamo vinto molti trofei nazionali e internazionali, tutti ci conoscono nel mondo. Il prossimo passo, il prossimo livello, è diventare parte di una cultura design e lifestyle. Per noi cultura è il modo di intrattenere le persone anche al di fuori del calcio. E' dove vogliamo vederci, vogliamo che il logo rappresenti una mentalità anche al di fuori del calcio. E' una grande sfida, ma è quello che vogliamo fare e penso che al momento stiamo facendo le cose giuste".
'IM Inter' in questo senso è il 'grido di battaglia' del nuovo percorso. Danovaro spiega: "L'Inter deve essere un modo di essere. Se raggiungi un certo livello, puoi essere definito 'interista', ovvero parte del club. Se ti piace qualcosa di specifico nel mondo del design o della moda, come per esempio Moncler, sei parte del club. La collaborazione è molto importante per l'intero business perché siamo entrambe realtà di Milano, condividiamo gli stessi valori e le stesse idee e rappresentiamo eccellenze nei rispettivi settori. Un mix tra moderno e tradizionale stile con l'obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni. Vogliamo essere protagonisti in eventi della nostra città come la Fashion Week e la Design Week di Milano".
Lanciare una nuova visual identity comporta però anche dei rischi, come quello di infastidire i fan consolidati. Come ha gestito la questione l'Inter? "L'equilibrio è molto importante. Analizziamo sempre generazioni, fasce d'età. Crediamo che il mix di attività sia estremamente importante. Ovviamente eravamo un po' preoccupati dalle reazioni dei fan tradizionali, specialmente degli over-50. Cambiare qualcosa porta sempre a nuove emozioni, positive o negative, ma penso che abbiamo gestito con cura e l'accoglienza sia stata positiva. Il timing è stato perfetto, ad aprile verso la fine della scorsa stagione: eravamo in testa al campionato e l'abbiamo vinto dopo undici anni, c'erano emozioni positive che accompagnavano il nuovo stemma. La cosa più importante è il timing quando cambi il logo. Poi, facciamo cose diverse come per la Generazione Z, abbiamo lanciato scarpe a edizione limitata e la reazione è stata fantastica. Poi cerchiamo di mantenere la tradizione tramite le nostre legends, usiamo gli ex giocatori per mostrare che cos'è l'Inter e che il nuovo logo rappresenta sempre gli stessi valori: siamo l'Inter e lo saremo sempre".
La relazione con i fan è fondamentale, specialmente in fase di cambiamento del logo: "La relazione con i fan è estremamente importante. I tifosi dell'Inter sono fantastici, ci seguono sempre che vinciamo o perdiamo. Chiaramente a volte, nell'era social, puoi ricevere critiche ogni giorno, opinioni, ma per noi è importante perché ascoltiamo molto. I tifosi sono un elemento chiave del club per noi, sono la principale fonte di informazioni per noi per migliorare le cose. Leggiamo i commenti, parliamo con loro allo stadio, è importante perché siamo una piattaforma di intrattenimento e vogliamo intrattenerli, per farlo nel modo migliore dobbiamo conoscerli e capirli".
Nuovo logo e nuova missione societaria ma non solo, sono cambiate molto anche le divise di gioco. Danovaro spiega: "Nike è il nostro partner storico ed è con noi nel nostro viaggio di modernizzazione. Pianifichiamo tutto con grande anticipo. Un paio d'anni fa abbiamo parlato con i designer e abbiamo spiegato la nostra visione, vogliamo rispettare la tradizione ma osare, presentare qualcosa di diverso. Il risultato è che tutto si è legato alla nostra pelle, la nuova pelle dell'Inter. Il serpente è il nostro simbolo e quindi abbiamo deciso di rappresentare questo elemento sulle magliette, specialmente sui primi due kit. I tifosi hanno risposto in una maniera fantastica, hanno amato come facciamo qualcosa di diverso ogni anno. Il 'Biscione' è un elemento chiave per noi, non è nel logo ma è estremamente importante. Lo vedete sulle magliette, rappresenta Milano e la città. Con Nike progettiamo a lungo termine e pensiamo a cosa è importante per i tifosi. La sostenibilità è un elemento chiave e quest'anno produciamo il 99% delle divise con plastiche riciclate".
Un altro cambiamento importante è stato l'addio a Pirelli dopo 26 anni e l'arrivo di nuovi sponsor come Socios: "Pirelli fa ancora parte della nostra famiglia, è stata la più grande sponsorship nella storia del calcio e farà sempre parte di noi. Ma con Socios, Digital Bits e Lenovo rappresentiamo quello che i nostri tifosi vogliono per il futuro: tre aziende tecnologiche che ci aiutano a renderli partecipi della vita del club. Con Socios, per esempio, diamo l'opportunità ai tifosi di essere più vicini alla vita del club, partecipando a decisioni giorno dopo giorno".